La triste vicenda di un bambino statunitense di 12 anni ha suscitato preoccupazione nel mondo medico e tra i genitori riguardo all’importanza di una dieta equilibrata. Dopo aver sviluppato serie difficoltà visive in un breve lasso di tempo, il giovane ha subito una perdita permanente della vista, a causa di una dieta caratterizzata quasi esclusivamente da alimenti fritti e cibi poco salutari.
Il ragazzo, che aveva l’abitudine di consumare principalmente patatine fritte, hamburger, salsa ranch, ciambelle glassate e succhi di frutta, ha iniziato a manifestare problemi alla vista. Inizialmente, la sua visione sembrava migliorare durante il giorno e peggiorare di nuovo di notte, ma la situazione è progressivamente degenerata. I genitori, allarmati, avevano già consultato una clinica optometrica, ma senza risultati soddisfacenti.
Un bambino di 12 anni è diventato cieco in modo permanente per aver mangiato quasi esclusivamente patatine fritte e hamburger / PhotoCredit IStock
Nelle settimane successive al primo consulto, i segni della sua condizione sono diventati sempre più preoccupanti. I medici del Boston Children’s Hospital hanno riportato come il bambino, pochi giorni prima di essere ricoverato, fosse costretto a muoversi appoggiandosi a porte e muri, incapace di evitare ostacoli. La notte prima del ricovero, il bambino si è svegliato spaventato e in preda al panico, non riuscendo a vedere nulla.
Cause e conseguenze della perdita della vista
All’ammissione in ospedale, le valutazioni hanno rivelato problemi significativi nella sua acuità visiva. Il personale medico ha notato che il bambino era in grado di percepire solo il movimento della mano e forme generiche, pur non riuscendo a distinguere dettagli specifici degli oggetti. Nelle analisi cliniche, sono emerse anomalie preoccupanti, come pallore del disco ottico e segni di neuropatia ottica.
La neuropatia ottica, una condizione che provoca danni al nervo ottico, è comunemente legata a carenze nutrizionali. In questo caso, i test hanno rivelato una grave carenza di vitamina A, rame e zinco, risultando legata direttamente al comportamento alimentare selettivo del bambino. Costretto a una dieta ristretta, il piccolo aveva evitato di assumere nuovi cibi e di integrare la propria alimentazione con vitamine o integratori. Medici hanno identificato questa condizione come un caso di Disturbo Evitante-Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (ARFID), comune in pazienti con disturbi dello spettro autistico.
- Dettagli della diagnosi clinica:
- Gonfiore e croste intorno agli occhi senza dolore o arrossamento.
- Segni evidenti di malnutrizione e carenze vitaminiche.
- Diagnosi di malattia da deficit visivo irreversibile.
Durante il ricovero, il bambino ha ricevuto infusioni di vitamine A, C, D e K, oltre a minerali essenziali. Tuttavia, nonostante gli sforzi congiunti dei genitori e dei medici, il danno al nervo ottico si è rivelato irrimediabile. L’acuità visiva finale del bambino è limitata al movimento della mano, un risultato che testimonia la gravità della situazione.
Il dottor Eric Gaier, specialista in oftalmologia, ha sottolineato che un intervento tempestivo potrebbe contribuire a migliorare la situazione visiva, ma nel caso di questo bambino, il tempo era scaduto. La lezione che emerge da questa triste storia mette in evidenza l’importanza di un’alimentazione sana e varia fin dall’infanzia, sottolineando che la nutrizione gioca un ruolo cruciale nella salute oculare e nello sviluppo generale dei giovani.
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