La Handala, imbarcazione della Freedom Flotilla Coalition, è in navigazione verso Gaza con l’obiettivo di portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese, duramente colpita dal blocco imposto da Israele. A bordo si trovano attivisti provenienti da diverse nazioni, tra cui due italiani: Tony Lapiccirella e Antonio Mazzeo, quest’ultimo insegnante e giornalista. La missione, dichiaratamente non violenta, potrebbe essere fermata dall’esercito israeliano nelle prossime ore.
Intervistato telefonicamente da Fanpage.it, Tony Lapiccirella ha raccontato che la nave si trova a circa 10 miglia dal punto in cui, un mese fa, un’altra imbarcazione, la Madleen, fu intercettata. “Ci troviamo a 10 miglia dal punto in cui fu intercettata la Madleen”, ha spiegato. A bordo della Handala ci sono cittadini statunitensi, tedeschi, australiani, spagnoli, francesi, norvegesi e tunisini, oltre a due parlamentari francesi, Emma Fourreau e Gabrielle Cathala.
Secondo quanto riferito da Lapiccirella, l’equipaggio ha ricevuto informazioni secondo cui l’Israel Defense Force (IDF) avrebbe lasciato il porto di Haifa, facendo sospettare un possibile avvicinamento alla Handala. “Siamo pronti nel caso in cui ci intercettino, anche se non possiamo fare molto. Questa è una missione non violenta, ma se ci bloccano è importante ricordare che lo faranno contro tutte le leggi internazionali, in acque internazionali dove Israele non ha nessuna giurisdizione. Lo faranno perché i nostri governi non ci hanno protetti, non hanno protetto questa missione piena di gente internazionale”, ha dichiarato.
Lapiccirella ha criticato duramente l’inerzia dei governi dei paesi di appartenenza degli attivisti a bordo. “I governi dei nostri paesi di appartenenza, quindi anche quello italiano, stanno consentendo un’azione illegale. Cittadini italiani e statunitensi potrebbero essere sequestrati e rapiti senza la loro volontà da Israele”, ha affermato.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’ambasciata italiana sarebbe intervenuta per coordinarsi con quella israeliana e avrebbe comunicato che l’equipaggio della Handala potrebbe essere fatto sbarcare ad Ashdod per poi essere rimpatriato. Tuttavia, Lapiccirella ha chiarito che non intende firmare alcun documento di rimpatrio volontario: “Non firmerò il foglio di rimpatrio volontario nel caso in cui mi sarà proposto”.
Nel caso di un arresto da parte delle autorità israeliane, gli attivisti hanno già annunciato la loro intenzione di intraprendere uno sciopero della fame come segno di solidarietà con il popolo palestinese. “Abbiamo già deciso che entreremo in sciopero della fame in solidarietà del popolo palestinese se ci dovessero arrestare”, ha aggiunto Lapiccirella.
L’attivista ha inoltre criticato il controllo esercitato da Israele sugli aiuti umanitari destinati a Gaza. “Il fatto che Israele tenga il controllo di questi aiuti è un problema, perché non si tratta di aiuti ma di un’arma di controllo e di sterminio. C’è bisogno che i nostri governi riconoscano lo stato di Palestina e che impongano la fine dei bombardamenti e del blocco navale e via terra immediatamente”, ha dichiarato.
Nel corso della conversazione telefonica, la connessione è risultata instabile, ma è stato possibile confermare che la Handala ha superato il punto in cui la Madleen era stata fermata il mese scorso. La situazione resta tesa, con l’equipaggio consapevole dei rischi ma determinato a portare avanti la missione.
La Freedom Flotilla Coalition organizza regolarmente missioni umanitarie verso Gaza per denunciare il blocco imposto da Israele e per sostenere la popolazione locale. Tuttavia, queste iniziative spesso si scontrano con l’opposizione delle autorità israeliane, che considerano le navi una minaccia alla sicurezza nazionale.
Resta da vedere come evolverà la situazione nelle prossime ore e se l’equipaggio della Handala riuscirà a portare a termine la propria missione umanitaria senza ulteriori impedimenti.
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