Chiara Ferragni ricerca collaboratori, serve un aiuto di 6 milioni. Ricavi scesi del 40%, ecco come il suo team affronta la crisi



Chiara Ferragni, una delle influencer più famose a livello globale, si trova ad affrontare una fase complessa e delicata della sua carriera a causa di una serie di episodi controversi, tra cui l’affaire Balocco. Questi eventi hanno minato la sua immagine pubblica e, di conseguenza, hanno avuto ripercussioni economiche significative. Per affrontare queste sfide, Ferragni ha mobilitato un team di consulenti esperti per rafforzare la struttura finanziaria di Fenice srl, l’entità che gestisce il Chiara Ferragni Brand e altre attività legate al suo nome.



Fenice srl, al centro delle operazioni di Ferragni, gestisce un vasto portfolio che include abbigliamento, gioielli e profumi. Tuttavia, il successo dell’impresa dipende fortemente dall’engagement dei suoi 30 milioni di follower, un numero che alcuni ritengono sovrastimato. Di fronte alla necessità di iniettare nuovo capitale nella società, si prospetta l’opzione di aprire il capitale a nuovi investitori per stabilizzare finanziariamente l’azienda.

LA CAPARRA

Recentemente, in una videocall, consulenti di spicco come Luigi Maraghini Garrone, Emanuele Panattoni e Piero Fattori di Gop, specializzati in diritto societario, insieme all’avvocato Manfredi Vita, esperto di Antitrust, e al penalista Giuseppe Iannaccone, hanno esaminato la situazione finanziaria di Fenice srl. Hanno discusso le possibili implicazioni economiche a seguito delle indagini in corso della Procura della Repubblica di Milano. Nonostante un tentativo di pubblica ammissione di responsabilità su “Che tempo che fa” e la separazione dal marito Fedez, le difficoltà per Ferragni non sembrano avere fine.

LA TRATTATIVA SALTATA

L’assetto azionario di Fenice srl non ha subito modifiche recenti a causa del fallimento di una trattativa tra Paolo Barletta e Lorenzo Castelli, che avrebbero voluto vendere il 26% di Alchimia ad Avm Gestioni. Il fallimento è avvenuto poiché l’acquirente non ha trovato i fondi necessari, perdendo anche due milioni di euro di caparra. Questo negoziato fallito si è basato su una valutazione di Fenice srl di 75 milioni di euro, pochi mesi prima dello scandalo Balocco.

DANNI NON CALCOLABILI

Attualmente, è difficile quantificare il danno economico subito da Ferragni, considerando sia le collaborazioni interrotte sia l’attività ridotta sui suoi canali social, un tempo fonte significativa di entrate tramite post sponsorizzati e storie su Instagram. I consulenti stanno lavorando a una terapia d’urto per recuperare l’equilibrio finanziario di Fenice srl, dove la riduzione dei ricavi, stimata intorno al 40%, si scontra con costi operativi ancora elevati. Le proiezioni indicano una possibile perdita tra 1 e 3 milioni nei prossimi tre anni senza interventi straordinari.

Il piano di recupero potrebbe includere la raccolta di nuovi fondi per 5-6 milioni di euro, eventualmente coinvolgendo nuovi investitori, dato che difficilmente gli attuali soci potranno coprire l’aumento di capitale tramite diritti di opzione. Tra le opzioni considerate, vi è l’invito a Francesco Trapani di Vam Investment o a Marco Bizzarri, ex CEO di Gucci, per rafforzare il capitale di Fenice srl e stabilizzare l’azienda nel turbolento mercato della moda e dell’influenza digitale.



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