Foto durante la sutura del cadavere, caposala rientra in reparto dopo sei mesi. Rivolta del personale medico: «Dimissioni collettive»



Decisione controversa sulla riassunzione alla ASL di Brindisi scatena proteste interne

La coordinatrice tecnica del reparto di Anatomia patologica dell’ospedale Perrino di Brindisi, sospesa per sei mesi a causa di foto inappropriate sui social, è stata reintegrata, decisione che ha scatenato la reazione dei colleghi. Nonostante il periodo di sospensione senza retribuzione sia terminato, il clima nel reparto resta teso e carico di malcontento.



La 53enne di Ostuni era stata allontanata dal servizio dopo che erano emerse foto di lei che suturava cadaveri mentre indossava un sorriso che, come lei stessa descriveva, “neanche la mascherina riusciva a nascondere”. Queste immagini avevano sollevato un’ondata di indignazione pubblica e avevano portato a severe sanzioni disciplinari. Nonostante la fine della sospensione, il ritorno al lavoro si annuncia problematico.

I medici del reparto hanno espresso forte preoccupazione per il rientro della coordinatrice, segnalando un deterioramento del clima lavorativo e una collaborazione ormai limitata solo con il primario, ignorando gli altri membri del team. In risposta, hanno minacciato dimissioni in massa, che saranno formalizzate il prossimo martedì 23 aprile, a meno che non ci sia una revisione della decisione di reintegro.

Il direttore generale della ASL, Maurizio De Nuccio, ha cercato di mediare la situazione, promettendo un impegno per il massimo confronto e pacificazione. Tuttavia, ha anche criticato l’uso del caso come strumento di condanna, sottolineando che la punizione era già stata scontata e che l’obiettivo dovrebbe ora essere quello di ristabilire l’armonia all’interno del reparto.

L’avvocato Gabriele Garzia, presidente della sezione disciplinare della ASL, ha difeso le azioni intraprese dall’istituto, chiarificando che le misure adottate rappresentavano il massimo delle sanzioni possibili entro i limiti delle normative vigenti. Le decisioni erano state basate su un’accurata istruttoria che includeva prove documentali e testimoniali.

La riassunzione della coordinatrice tecnica solleva questioni delicate sul bilanciamento tra giustizia disciplinare e reintegrazione nel luogo di lavoro, ponendo in evidenza le sfide nel gestire le dinamiche interne e la reputazione delle istituzioni sanitarie. La situazione continua a evolversi, mentre la comunità ospedaliera e l’opinione pubblica attendono ulteriori sviluppi.



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