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Giada Zanola è stata spinta dal ponte da Andrea Favero, suo ex compagno, mentre era ancora viva



Nuove rivelazioni emergono dall’autopsia di Giada Zanola, gettata dal cavalcavia dell’autostrada A4 dall’ex compagno Andrea Favero. Paure e ricatti emergono dalle testimonianze, mentre proseguono le indagini.



Giada Zanola era con ogni probabilità ancora viva quando il suo ex compagno Andrea Favero l’ha gettata dal cavalcavia dell’autostrada A4, a Vigonza (Padova). Questo è quanto emerge dall’autopsia. Dall’esame, svolto nella giornata di ieri, non sono stati riscontrati segni di strangolamento o ferite di arma da taglio sul corpo della donna. Tuttavia, è possibile che Favero l’abbia tramortita per riuscire a sollevarla oltre la ringhiera del cavalcavia, che in quel punto misura circa due metri. Intanto emergono particolari dalle testimonianze raccolte dalla polizia, che sta svolgendo le indagini sull’omicidio della donna di 34 anni.

Giada aveva confidato alle amiche molte paure dopo la crisi del rapporto con Andrea Favero: oltre alle botte e alle continue liti, temeva che l’ex compagno potesse diffondere i suoi video intimi per ricattarla. Dai racconti delle amiche è emerso anche il timore che l’uomo potesse avvelenarla o drogarla a sua insaputa. Una circostanza che potrebbe essere chiarita dagli esami tossicologici sui campioni prelevati durante l’autopsia, il cui esito sarà disponibile tra circa 30 giorni. Tra i vari accertamenti in programma, vi è anche una consulenza tecnico-informatica sul cellulare di Favero, richiesta dal sostituto procuratore Giorgio Falcone, mentre il telefonino della vittima non è stato ancora ritrovato. La Procura attende il riscontro da parte della società telefonica dei tabulati del traffico sul numero di Giada nei giorni precedenti e successivi alla sua morte.

Nel frattempo, proseguono gli accertamenti della Squadra Mobile di Padova, e non è escluso che vengano nuovamente sentiti parenti e amici della donna, compreso il suo nuovo compagno, con il quale Giada Zanola avrebbe dovuto iniziare a lavorare presso un distributore di benzina. Favero rimane nel carcere Due Palazzi dove, durante l’interrogatorio di garanzia, ha fatto scena muta, rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni spontanee, sebbene in precedenza avesse fatto alcune ammissioni agli investigatori. In attesa del via libera ai funerali di Giada, che non saranno a breve, il sindaco di Vigonza, Gianmaria Boscaro, ha organizzato una fiaccolata per lunedì sera, con arrivo al cavalcavia e la partecipazione del padre della vittima.

Indagini in corso e nuove testimonianze

La polizia continua a raccogliere informazioni cruciali per comprendere meglio le circostanze della morte di Giada Zanola. Il ruolo delle testimonianze delle amiche di Giada e del suo nuovo compagno potrebbe rivelarsi fondamentale per delineare il quadro completo degli eventi. La consulenza tecnico-informatica sul cellulare di Andrea Favero potrebbe fornire ulteriori dettagli su eventuali minacce o ricatti perpetrati dall’uomo.

Il caso di Giada Zanola continua a sconvolgere la comunità di Vigonza e l’intero paese. Mentre le indagini proseguono, il dolore per la perdita di una giovane donna vittima di violenza è amplificato dalle rivelazioni delle sue paure e dai dettagli agghiaccianti del crimine. La fiaccolata organizzata dal sindaco rappresenta un momento di raccoglimento e solidarietà per la famiglia di Giada e per tutti coloro che desiderano rendere omaggio alla sua memoria.



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