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Il capotreno assalito a Fidenza: “Naso rotto e tagli sul viso, io e i colleghi siamo terrorizzati”



Capotreno aggredito a Fidenza: Andrea Tampieri racconta il drammatico episodio avvenuto su un treno regionale Milano-Bologna, chiedendo maggiore sicurezza per il personale ferroviario.



Un mese di stop dal lavoro per Andrea Tampieri, capotreno di 33 anni originario di Lugo, in provincia di Ravenna, vittima di una brutale aggressione avvenuta giovedì 5 dicembre. L’episodio si è verificato a bordo di un treno regionale sulla tratta Milano-Bologna, presso la stazione di Fidenza, nel Parmense. Il giovane capotreno è stato colpito violentemente da un passeggero che viaggiava senza biglietto e che ha reagito con furia alla richiesta di esibire il titolo di viaggio.

“Ho il volto segnato dalle ferite, vedo poco bene da un occhio dato che ho due punti e ho il naso fratturato”, ha dichiarato Andrea Tampieri al Corriere di Bologna, descrivendo le conseguenze fisiche dell’aggressione. Il tutto è stato ripreso da un altro passeggero con il cellulare, documentando la violenza subita dal pubblico ufficiale.

L’incidente è iniziato quando il capotreno ha chiesto al passeggero di mostrare il biglietto. Alla constatazione che ne fosse sprovvisto, Tampieri ha proceduto con l’invito a scendere dal treno, come previsto dal regolamento. Tuttavia, il giovane passeggero ha reagito con estrema aggressività, sferrando pugni contro il capotreno. “Non mi ha solo colpito, mi ha anche inseguito”, ha raccontato ancora il 33enne. Per salvarsi, è riuscito a rifugiarsi nella cabina di guida. “Lui ha estratto il martelletto di emergenza, quello che si dovrebbe usare per rompere i finestrini, e ha provato ad entrare. Se posso ancora parlare, lo devo alla freddezza con cui sono riuscito a mettermi al riparo”.

L’intervento tempestivo della Polizia ferroviaria ha permesso di immobilizzare l’aggressore, che è stato denunciato e fotosegnalato. Ora dovrà rispondere del reato di lesioni personali e risarcire i danni materiali provocati alla carrozza del treno. Per Tampieri, questa è stata la prima aggressione fisica subita in sette anni di servizio, ma non è la prima volta che si trova ad affrontare situazioni difficili: “In passato avevo comunque subito aggressioni verbali, insulti, offese”. Tuttavia, l’episodio ha lasciato un segno profondo: “Di certo tornerò a fare il capotreno, ma con meno entusiasmo di prima, sono preoccupato”.

Il capotreno ha espresso preoccupazione non solo per sé stesso ma anche per i passeggeri che viaggiano sui treni regionali. “Mi chiedo cosa sarebbe successo se quel pazzo se la fosse presa con qualche viaggiatrice, o peggio con un bambino. Oggi, noi del personale al lavoro sui treni, ci ritroviamo a vivere nella paura. Usciamo di casa per andare a fare il nostro mestiere e rischiamo di tornarci malconci”, ha aggiunto.

Andrea Tampieri ha poi lanciato un appello alle istituzioni affinché venga garantita maggiore sicurezza sui treni. “Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni. Noi crediamo che la soluzione ideale sia quella di installare tornelli nelle stazioni, modello metropolitana o altre ferrovie all’estero”. Secondo il capotreno, l’adozione di misure preventive come i tornelli potrebbe ridurre significativamente il numero di passeggeri senza biglietto e, di conseguenza, le situazioni potenzialmente pericolose per il personale ferroviario.

Un’altra soluzione proposta da Tampieri riguarda la presenza di personale aggiuntivo a bordo dei treni: “Si dovrebbero affiancare i capotreni a personale di protezione aziendale o alla Polfer. Girare in coppia per le carrozze scoraggia e di molto gli aggressori”. Pur riconoscendo che queste misure comporterebbero dei costi aggiuntivi, Tampieri ritiene che i viaggiatori sarebbero disposti a pagare un prezzo leggermente più alto per i biglietti in cambio di una maggiore sicurezza: “Non ci sono risorse? Io credo che aumentare il prezzo del biglietto del treno di 1 o 2 euro non scandalizzerebbe il viaggiatore, a patto di garantirgli che quei soldi vengano investiti in sicurezza”.



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