Francesco Rubini, tassista di 34 anni, è vivo per miracolo dopo essere stato aggredito e accoltellato più volte da una coppia di rapinatori nella città di Bari. L’episodio, avvenuto nella notte dell’8 dicembre, ha lasciato l’uomo con ferite profonde e un trauma difficile da superare. Attualmente si trova a casa dei suoceri con la moglie e la figlia di 14 mesi, cercando di riprendersi sia fisicamente che psicologicamente.
L’aggressione si è verificata mentre Rubini era in servizio come tassista, una professione che aveva iniziato solo da una settimana. La coppia di rapinatori, un uomo di 30 anni e la sua fidanzata di 31 anni, aveva richiesto una corsa apparentemente normale. “Sembravano clienti gentili – ha raccontato Rubini – ma a un certo punto mi hanno chiesto di accostare su via Picone. Improvvisamente il ragazzo mi ha afferrato per il collo e ha iniziato a colpirmi con un coltello, chiedendo i soldi del mio borsello. Glieli avrei dati subito, ma era incastrato tra la cintura di sicurezza e il mio collo, non riuscivo a prenderlo”.
Durante l’aggressione, il tassista ha riportato una cicatrice sul viso, tagli profondi sulla schiena e gravi lesioni al braccio destro. Nonostante le ferite, è riuscito a gridare e attirare l’attenzione di un collega, che è intervenuto e ha messo in fuga i rapinatori. “Sono stato fortunato – ha spiegato – le ferite erano profonde, ma non hanno colpito organi vitali. Se fossi stato più gracile, sarei morto in pochi minuti”.
Dopo il ricovero in ospedale, Rubini ha ricevuto una prognosi di 25 giorni. Tuttavia, le cicatrici fisiche sono solo una parte del problema. “Non so se tornerò a lavorare – ha detto – non saprei con quale spirito farlo. Ho molta paura di incontrarli di nuovo”. Il trauma psicologico è evidente nelle sue parole, soprattutto quando ricorda i dettagli della coppia: “Lei aveva una faccia d’angelo, mai avrei immaginato che potessero fare qualcosa del genere. Come faccio a fidarmi ora?”
La notte dell’aggressione è ancora viva nella memoria del tassista. “C’era sangue ovunque, mi sentivo morire. Non ho chiuso occhio da allora. I miei suoceri ci stanno aiutando a gestire questa situazione, ma è difficile trovare pace”. La sua famiglia, spaventata e scossa, si è trasferita temporaneamente a casa dei genitori della moglie per garantire maggiore sicurezza.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei tassisti e sul rischio che affrontano quotidianamente nel loro lavoro. Rubini, che aveva deciso di intraprendere questa carriera dopo anni da sostituto, ora si domanda se riuscirà mai a tornare alla guida di un taxi. “Non so se avrò mai il coraggio. Bastano pochi istanti per cambiare una vita. Voglio proteggere la mia famiglia, ma non posso dimenticare quello che è successo”.
Le forze dell’ordine stanno lavorando per individuare e arrestare i responsabili dell’aggressione. Nel frattempo, la comunità locale si è stretta attorno a Francesco Rubini, esprimendo solidarietà e sostegno. La testimonianza del tassista, insieme alla sua determinazione a superare questo momento difficile, rappresenta un appello per migliorare le condizioni di sicurezza dei lavoratori del settore e prevenire simili episodi in futuro.
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