Natisone, il fratello di Cristian Molnar accusa i soccorritori: «Intervento scenografico». L’avvocato della famiglia: morti a causa dei ritardi



Il giovane 25enne Cristian Molnar è ancora disperso nel fiume Natisone. I soccorritori proseguono le operazioni, mentre le accuse di ritardi nei soccorsi gettano ombre sull’intervento.



Cristian Molnar, 25 anni, è scomparso dopo essere stato travolto dalla piena del fiume Natisone insieme alle amiche Patrizia Cormos e Bianca Doros, ritrovate senza vita dai soccorritori. Le ricerche, che sono al nono giorno, procedono con i sommozzatori dei Vigili del Fuoco in acqua, i fluviali in superficie e i volontari della Protezione Civile lungo le sponde. Le squadre stanno mappando meticolosamente tutte le aree, procedendo per sezioni dal ponte Romano verso valle, approfittando delle migliori condizioni di visibilità. Durante il fine settimana, l’assetto delle operazioni resterà invariato. Se le ricerche continueranno senza esito, alla fine del decimo giorno si procederà a nuove valutazioni.

Nonostante lo sforzo imponente che ha coinvolto tra gli ottanta e i cento soccorritori al giorno, elicotteri, droni, imbarcazioni e unità cinofile, il fratello del disperso, Petru Radu, ha sollevato polemiche definendo l’operazione di salvataggio come «molto teatrale». Queste affermazioni hanno suscitato amarezza tra i soccorritori, che sperano si tratti di un malinteso dovuto all’interprete.

Le accuse del legale della famiglia di Cristian

Il legale della famiglia di Cristian, Gaetano Laghi, ha lanciato dure accuse riguardo i ritardi nei soccorsi. In varie interviste, l’avvocato ha sostenuto che se i soccorsi fossero partiti tempestivamente, oggi i ragazzi sarebbero vivi. Laghi ha criticato la sottovalutazione iniziale della situazione, sottolineando la necessità di una preparazione adeguata per rispondere prontamente alle richieste di aiuto. Ha inoltre affermato che i primi momenti di ritardo e sottovalutazione del pericolo hanno avuto un impatto decisivo sull’esito tragico.

Il procuratore di Udine ha parlato di omissioni nel contesto del soccorso, un punto su cui il legale della famiglia di Cristian concorda pienamente. Laghi ha dichiarato: «Bisognerà valutare il grado delle omissioni, perché il procuratore di Udine dice che si parla di omissioni e su questo siamo d’accordo. Purtroppo, però, è un’omissione, un ritardo che ha inciso sul soccorso. Posso ribadire che sono intimamente convinto di questa circostanza: se i soccorsi fossero partiti tempestivamente oggi i ragazzi sarebbero vivi».

Proseguono le ricerche

Nel frattempo, le ricerche di Cristian Molnar continuano senza sosta. L’intera comunità resta in ansia, sperando in un esito positivo e attendendo risposte che possano chiarire le responsabilità e i possibili errori commessi durante l’intervento. L’impegno dei soccorritori resta alto, nonostante le difficoltà e le critiche, con l’obiettivo di riportare Cristian a casa.



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