Un caso che ha sollevato molte polemiche e riflessioni sul tema dell’inclusione scolastica arriva da Barnsley, in Inghilterra, dove Michael Free ha raccontato la sua esperienza con la scuola frequentata dalla figlia undicenne, diagnosticata con autismo. La bambina, a causa delle sue difficoltà sensoriali, necessita di un’asse speciale per il wc, ma l’istituto non ha accettato di installarla, obbligando il padre a portarla regolarmente a casa per usare il bagno.
La figlia di Michael Free soffre di autismo e presenta particolari problematiche sensoriali che influenzano anche il suo rapporto con l’ambiente scolastico. Tra queste difficoltà c’è l’incapacità di utilizzare i bagni della scuola, poiché non riesce a urinare senza un’asse installata sopra il wc. Questo problema, apparentemente risolvibile con un piccolo intervento, si è trasformato in una situazione complessa e stressante per la famiglia. Il padre ha spiegato al quotidiano “Mirror” che la bambina è sensibile a certi rumori e sensazioni fisiche, che rendono impossibile per lei utilizzare i servizi igienici standard della scuola.
Nonostante la disponibilità di Michael Free ad acquistare e installare personalmente l’asse necessaria, la scuola ha respinto la richiesta. Il motivo principale fornito dall’istituto è stato il presunto costo elevato dell’intervento. Tuttavia, il padre ha verificato di persona le condizioni dei bagni scolastici, scoprendo che vi era spazio sufficiente per montare l’asse senza particolari difficoltà o spese ingenti. “Sono andato io stesso a guardare e ho trovato su ogni struttura lo spazio necessario a montare un’asse, mi sono offerto di andare io ad acquistarla e montarla nel giro di qualche minuto, per pochi soldi”, ha dichiarato l’uomo.
L’istituto scolastico ha giustificato ulteriormente il rifiuto spiegando che l’edificio non è di sua proprietà e che eventuali modifiche strutturali comporterebbero costi elevati. Questa posizione ha lasciato Michael Free senza alternative, costringendolo a prendere una decisione drastica: ogni giorno accompagna la figlia avanti e indietro da casa alla scuola per permetterle di utilizzare il bagno domestico.
La routine quotidiana del padre prevede quattro tragitti tra casa e scuola, per un totale di 55 minuti di viaggio ogni volta. La bambina frequenta le lezioni solo per tre ore al giorno, dalle 11 alle 14, a causa delle sue difficoltà sensoriali che le rendono insopportabili i rumori e le luci intense dell’ambiente scolastico. “La soluzione che mi ha suggerito la scuola è stata quella di tenere sempre il cellulare acceso perché un membro dello staff mi avrebbe chiamato per chiedermi di portare mia figlia in bagno a casa”, ha raccontato Michael Free.
Questa situazione non è nuova per la famiglia: durante gli anni delle elementari, la bambina aveva trascorso un periodo a casa, con le insegnanti che si recavano presso l’abitazione per garantirle un’istruzione. Tuttavia, per favorire la socializzazione con i coetanei, la scuola ha deciso di consentirle un orario ridotto di frequenza. Nonostante questa misura, il problema dei bagni continua a rappresentare un ostacolo significativo.
Se la bambina sente il bisogno di andare in bagno verso le 13, Michael Free preferisce non riportarla a scuola dopo il viaggio a casa, considerando che mancherebbe comunque poco tempo alla fine delle lezioni. Questo compromesso non risolve però il disagio vissuto dalla famiglia e dalla bambina stessa.
Il caso ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulle politiche di inclusione scolastica. Da un lato, si evidenzia la necessità di adattamenti specifici per studenti con esigenze particolari; dall’altro, emerge il problema dei costi e delle responsabilità legate alla gestione degli edifici scolastici. La vicenda di Michael Free mette in luce le difficoltà che molte famiglie affrontano nel garantire ai propri figli con disabilità un accesso equo all’istruzione.
La storia della bambina di Barnsley non è isolata: sono molti i genitori che denunciano situazioni simili in cui le scuole non riescono o non vogliono adeguarsi alle esigenze dei loro figli. Questi episodi sottolineano l’importanza di politiche scolastiche più inclusive e flessibili, capaci di rispondere alle diverse necessità degli studenti.
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