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Papa Francesco appare con ematoma e cerotto sul collo: il Vaticano spiega, “Ha battuto il mento sul comodino”.



Papa Francesco non parteciperà alla riapertura di Notre Dame: la decisione lascia Parigi in attesa, ma trova spiegazioni nella scelta di privilegiare il vescovo locale e nella sua attenzione alle periferie.



Papa Francesco non prenderà parte all’inaugurazione della cattedrale di Notre Dame a Parigi, che riaprirà ufficialmente al culto dopo il devastante incendio del 2019. La decisione del Pontefice, che ha suscitato un misto di delusione e interrogativi tra i fedeli francesi, è stata chiarita dallo stesso Papa: l’evento sarà guidato dal vescovo locale, in linea con la tradizione secondo cui una cattedrale è principalmente il luogo di riferimento dei vescovi.

Il Pontefice, pur non partecipando fisicamente, invierà una lettera al popolo francese in occasione della cerimonia, ribadendo la sua vicinanza spirituale. La notizia, però, ha aperto un dibattito in Francia, dove alcuni hanno interpretato l’assenza come un segnale di scarso interesse nei confronti di Parigi o della Francia stessa.

Il cardinale François-Xavier Bustillo, presente a Roma per il Concistoro, ha affrontato il tema in un’intervista rilasciata a La Repubblica. Ha sottolineato che, pur comprendendo la delusione dei parigini, la decisione di Papa Francesco non va interpretata come un gesto di disinteresse. “Posso capire che i parigini siano delusi: una visita del Papa è un grande evento, in Corsica siamo felici che venga”, ha dichiarato, facendo riferimento alla visita papale programmata per il 15 dicembre ad Ajaccio, in Corsica.

Il cardinale ha aggiunto che l’assenza del Papa non implica insensibilità verso la riapertura di Notre Dame, evidenziando alcuni possibili fattori pratici che potrebbero aver influenzato la scelta. “Nella sua decisione possono avere influito il fatto geografico: noi siamo a soli 340 chilometri da Roma. Inoltre, come ha mostrato fin dall’inizio del suo pontificato, c’è un’attenzione particolare alle periferie,” ha spiegato. Questa priorità, secondo Bustillo, si riflette nell’interesse del Papa per le comunità meno centrali, come appunto la Corsica.

A chi ha ipotizzato che il Pontefice abbia poca simpatia per Parigi, il cardinale ha risposto fermamente, smontando questa interpretazione. “Non sono d’accordo. È mai andato in Germania o in Spagna? Ci sono grandi paesi cattolici dove non è stato, e invece ha scelto la Svezia, l’Ungheria… Sarebbe assurdo vedere la questione in termini di strategia o di tattica, come se il Papa volesse dare una caramella alla Corsica e una punizione a Parigi,” ha commentato, sottolineando la complessità e la profondità delle decisioni papali.

Nel suo intervento, Bustillo ha voluto anche porre l’accento su un elemento culturale distintivo della Corsica, che potrebbe aver contribuito a rendere questa visita particolarmente significativa per il Papa. “In Francia e in Europa siamo molto concettuali, ed è un bene, ma non bisogna disprezzare la devozione popolare, che coinvolge il corpo e il cuore. La Corsica ha una dimensione originale e unica rispetto a come si vive la laicità,” ha affermato, evidenziando le peculiarità spirituali e culturali dell’isola.

L’assenza del Papa all’inaugurazione di Notre Dame non è la prima occasione in cui una decisione del genere solleva dibattiti. Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha dimostrato un approccio pastorale focalizzato sulle periferie geografiche ed esistenziali, spesso preferendo visitare luoghi meno centrali rispetto alle grandi capitali tradizionali della fede cattolica. Questa scelta è stata letta da alcuni come un modo per sottolineare l’importanza della Chiesa come comunità universale, piuttosto che come istituzione legata a specifici luoghi di potere o prestigio.



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