Recensione – D.I.Y. Duck: Paperino celebra 90 anni



Paperino, uno dei personaggi dell’animazione più iconici e amati di sempre, celebra i suoi 90 anni. Per festeggiare questa occasione speciale, Disney ha prodotto un nuovo cortometraggio animato celebrativo diretto da Mark Henn, un leggendario animatore che con questa opera firma il proprio ultimo lavoro disponibile sulla piattaforma streaming Disney Plus e sul canale YouTube ufficiale Walt Disney Studios.



La trama di D.I.Y. Duck

Il cortometraggio dedicato a Paperino segue una rappresentazione classica del personaggio, concentrandosi principalmente sulle sue costanti sfortune. La trama di D.I.Y. Duck è la seguente:

Paperino si mette alla prova con alcune riparazioni domestiche che iniziano con la semplice sostituzione di una lampadina e si trasformano rapidamente in una serie di catastrofi comiche. Il suo temperamento si infiamma e la sua frustrazione cresce mentre le cose vanno sempre più fuori controllo.

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La recensione di D.I.Y. Duck

Il cortometraggio si posiziona come una lettera d’amore ai primi lavori di Paperino degli anni ’40. I titoli di testa sono identici ai primi corti originali, con il primo piano del viso di Paperino e la sigla basata sulla partitura di Oliver Wallace. Persino la voce del personaggio è quella di Clarence Nash, il primo doppiatore di Paperino, resa possibile grazie all’utilizzo di materiali d’archivio. L’animazione è di buon livello, ma il comparto registico non presenta particolari momenti di eccellenza, fatta eccezione per l’inquadratura che si capovolge quando Paperino si accorge di aver montato una finestra al contrario.

Il lavoro di Mark Henn appare statico e privo del dinamismo tipico dei lavori di Jack King e Ben Sharpsteen, autori in grado di rendere spettacolare anche una semplice scivolata su una banana. Al contrario, in D.I.Y Duck, le gag sembrano spente e privi di una preparazione accurata, risultando stantie e prevedibili. Anche il Mickey Mousing manca di immaginazione.

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I 90 anni di Paperino sprecati

D.I.Y. Duck desidera richiamare il passato, ma oltre agli easter egg nostalgici, riesce solo a risultare una copia pigra che tenta di imitare gli originali senza avvicinarsi minimamente alla loro qualità. Gli strumenti dell’animazione tradizionale contemporanea non sono stati adeguatamente sfruttati, perdendo l’occasione di rendere omaggio alle opere originali creando un ponte con il futuro. La durata del cortometraggio è di appena meno di 3 minuti, decisamente insufficiente per una celebrazione così importante, considerando che i corti originali duravano dai 5 agli 8 minuti.

Il tentativo di rifarsi al vecchio glorioso passato non si avvicina minimamente all’innovazione di autori come Paul Rudish con I Corti di Topolino. Tutti i cortometraggi prodotti tra gli anni ’40 e ’60 trasmettono molta più energia rispetto a quest’opera. È deludente vedere un soggetto così povero, specialmente se pensiamo agli ottimi Once Upon a Studio e Steamboat Silly, realizzati per celebrare i 100 anni di Disney.

Mark Henn ha criticato Disney per non dare più spazio all’animazione bidimensionale, ma se questo è tutto ciò che ha potuto offrire nel suo ultimo lavoro, è davvero una amara delusione.



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