La sentenza di primo grado sul processo per lo stupro di Capodanno a Primavalle si attende tra fine 2024 e inizio 2025. L’imputato principale è Patrizio Ranieri, un ventiduenne accusato di aver violentato una ragazza di 16 anni. La Procura ha richiesto una pena di 12 anni e mezzo di reclusione per il giovane.
La Procura della Repubblica di Roma ha formulato una richiesta di 12 anni e mezzo di reclusione per Patrizio Ranieri, accusato di violenza sessuale su una ragazza di sedici anni. L’aggressione si sarebbe verificata nella notte di Capodanno tra il 31 dicembre 2019 e il 1 gennaio 2020, in una villa situata in via del Podere del Fiume, a Primavalle, un quartiere della capitale italiana. Questa informazione è stata confermata dall’accusa, seguita dalla pubblica ministero Stefania Stefanìa, che ha anche ottenuto il giudizio immediato per l’imputato.
La vittima, all’epoca dei fatti sedicenne, ha intrapreso un’azione legale affiancata dal padre e supportata dall’associazione “Bon’t Worry”, con l’assistenza legale dell’avvocato Licia D’Amico. Al contempo, Ranieri è difeso dall’avvocato Valentina Bongiovanni. Pur essendo un evento coinvolgente più giovani, Ranieri è l’unico chiamato a rispondere di fronte alla giustizia. Nella prossima udienza, la difesa presenterà la propria versione dei fatti e le dichiarazioni di un testimone, mentre la sentenza di primo grado è prevista per la fine del 2024 o l’inizio del 2025.
L’inchiesta sullo stupro di Capodanno
Le indagini riguardanti il stupro di Capodanno sono scaturite dalla denuncia presentata dalla giovane, che si è recata con la madre di un amico presso la caserma dei carabinieri di La Storta. Nella sua deposizione, ha relatato di aver trascorso la notte di Capodanno all’interno della villa e di essersi svegliata in uno stato confusionale, con ricordi parziali su quanto accaduto precedentemente. Ha dichiarato di essere stata molestata sessualmente da più persone in un bagno, e ha evidenziato come nessuno degli altri partecipanti alla festa sia intervenuto per difenderla.
In precedenza, il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma aveva disposto per Ranieri la custodia cautelare in carcere, considerando la situazione di promiscuità e l’elevato consumo di alcol e sostanze stupefacenti presente durante la festa. Secondo il gip, questi fattori hanno contribuito a creare un contesto in cui gli indagati hanno potuto agire impunemente, approfittando dello stato alterato degli altri invitati, che non hanno protestato a difesa della giovane.
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