La giovane Paloma Nicole Arellano Escobedo, originaria di Durango (Messico), è morta dopo aver subito un intervento chirurgico che comprendeva una mastoplastica additiva e un lifting ai glutei. La ragazza ha riportato gravi danni cerebrali e problemi cardiaci post-operatori che hanno portato al suo decesso alcuni giorni dopo l’operazione.
Secondo quanto denunciato dal padre di Paloma, l’intervento è stato eseguito solo con il consenso della madre e del compagno di quest’ultima, un chirurgo plastico, mentre lui non è stato informato né ha dato il suo permesso. La madre, separata dal padre, avrebbe agito di sua iniziativa, in accordo con il compagno, dando il via libera all’operazione.
Le complicazioni sono iniziate appena dopo l’intervento, che presumibilmente è stato effettuato nonostante la ragazza risultasse positiva al COVID-19, come riportato in un test di laboratorio. L’anestesia e la procedura sono risultate particolarmente rischiose in queste condizioni, aumentando il pericolo di eventi avversi quali insufficienza respiratoria, trombosi e arresto cardiaco.
Paloma fu intubata e messa in respirazione assistita, entrando in coma irreversibile. Nonostante un primo tentativo di estubazione, la situazione peggiorò rapidamente e fu necessario reinserire il tubo endotracheale. Il decesso è stato dichiarato il 20 settembre 2025, in seguito alla morte cerebrale accertata dai medici.
Il padre ha denunciato anche gravi irregolarità nell’ospitalizzazione, evidenziando la mancanza di informazioni chiare e il fatto che la madre esercitasse funzioni sanitarie senza essere professionalmente abilitata. In particolare, è stato segnalato che la madre avrebbe lavorato come “infermiera” o “dottoressa” senza titoli validi, il che ha ulteriormente alimentato le polemiche riguardo alla gestione e legittimità dell’intervento.
Dal punto di vista medico, intervenire con chirurgia estetica su una minorenne, specialmente in presenza di condizioni di salute che la controindicherebbero, come infezioni virali in atto, rappresenta un rischio elevatissimo e solleva dubbi sull’etica e sulla responsabilità del chirurgo e dei familiari coinvolti.
Questo caso ha destato forte indignazione e ha acceso il dibattito sulla necessità di maggiori controlli e regolamentazioni riguardo alla pratica della chirurgia plastica su pazienti minorenni, soprattutto nelle situazioni in cui il consenso genitoriale non sia condiviso o completo.
Le autorità locali hanno avviato procedimenti per ricostruire con esattezza i fatti e accertare eventuali responsabilità penali, mentre associazioni di tutela dei diritti dei minori hanno richiesto interventi legislativi più severi per evitare il ripetersi di tragedie simili.



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