Un nuovo capitolo tragico si è consumato nella Striscia di Gaza, dove oltre cento persone hanno perso la vita in seguito agli attacchi condotti dall’esercito israeliano. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, almeno 92 delle vittime sono state colpite mentre erano in fila per ricevere aiuti umanitari. Questo evento si aggiunge alla lunga lista di violenze che hanno caratterizzato il conflitto tra Israele e Palestina, portando il bilancio complessivo delle vittime a oltre 58.000 morti e più di 140.000 feriti dall’inizio delle ostilità.
La dinamica dell’episodio rimane incerta e oggetto di indagini. L’Idf (Israel Defense Forces) ha dichiarato di aver sparato “colpi di avvertimento” per contrastare una “minaccia immediata” nei pressi di un centro di distribuzione degli aiuti situato nel nord di Gaza. Tuttavia, numerosi testimoni locali e organizzazioni internazionali contestano questa versione, sottolineando che l’attacco ha colpito principalmente civili disarmati radunati per ricevere beni di prima necessità.
In risposta alle accuse, l’Idf ha affermato che i dati sulle vittime riportati dai media non sarebbero accurati. “Siamo a conoscenza delle segnalazioni di vittime nella zona,” ha dichiarato l’esercito israeliano, aggiungendo che “un esame preliminare mostra che il numero riportato di vittime non corrisponde alle informazioni esistenti.” Nonostante queste dichiarazioni, la comunità internazionale continua a esprimere preoccupazione per l’elevato numero di civili coinvolti nei bombardamenti.
Anche la controversa Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), un’organizzazione israeloamericana responsabile della gestione di alcuni convogli umanitari nella regione, ha negato qualsiasi legame con l’incidente. “Come nella maggior parte degli incidenti violenti, anche questo non è legato a Ghf, contrariamente a quanto erroneamente suggerito da alcuni media,” ha dichiarato un portavoce della fondazione.
Nel frattempo, le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Ieri, durante l’Angelus, Papa Leone XIV ha rinnovato il suo appello per la cessazione immediata delle ostilità, chiedendo che si raggiunga una soluzione pacifica al conflitto. “Si fermi subito la barbarie della guerra e si lavori per una risoluzione pacifica,” ha affermato il pontefice.
L’attacco alla Chiesa della Sacra Famiglia avvenuto giovedì scorso ha ulteriormente alimentato le tensioni. Questo episodio aveva provocato la reazione del premier italiano Giorgia Meloni, finora rimasta su posizioni moderate nei confronti del governo israeliano. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva definito l’attacco un “errore,” ma il cardinale Pietro Parolin ha espresso dubbi sulla versione ufficiale, suggerendo che potrebbe esserci stata una volontà deliberata di colpire un luogo simbolico per i cristiani della regione.
Le trattative per un cessate il fuoco continuano a procedere lentamente. Hamas ha mostrato un certo ottimismo, affermando che “i punti di contrasto sono stati significativamente ridotti.” Tuttavia, non ci sono ancora segnali concreti di un accordo imminente che possa porre fine alle violenze.
La situazione nella Striscia di Gaza rimane estremamente critica. Mentre le vittime continuano ad aumentare e gli aiuti umanitari faticano a raggiungere le persone bisognose, la comunità internazionale è chiamata a intensificare gli sforzi diplomatici per fermare questo conflitto devastante.



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