Profondo cordoglio a Caserta per la scomparsa di Gianluca Ariemma, attore, regista e sceneggiatore, morto a soli 32 anni dopo una malattia affrontata con determinazione e coraggio. La notizia, diffusa nelle ultime ore, ha commosso amici, colleghi e il mondo del teatro, che hanno voluto ricordarlo con numerosi messaggi sui social.
Descritti come intensi e pieni di affetto, i ricordi condivisi mettono in luce non solo il talento di Ariemma, ma anche la sua capacità di trasmettere energia e passione in ogni progetto artistico. L’ultimo suo spettacolo, I giusti, era andato in scena fino al dicembre 2024, in un periodo in cui l’artista era già consapevole della malattia che lo aveva colpito. Nonostante le difficoltà, la volontà di proseguire con il lavoro teatrale lo aveva portato a non abbandonare il palco.
Tra i primi messaggi di cordoglio, quello dell’amica Gabriella Foti, che ha scritto: “I giusti è stata la tua ultima, geniale creazione. Mancherà il tuo talento, la tua creatività, la tua impetuosa passione per il teatro e la tua amabilità”.
Anche il regista Simone Bevilacqua ha voluto sottolineare la forza dimostrata da Ariemma nella sua battaglia, ricordando come avesse trasformato l’arte in una ragione di vita e in un modo per resistere alle difficoltà.
Profondo e toccante il ricordo di Adele Vairo, ex insegnante, che lo aveva seguito anche nell’ultimo periodo della sua vita: “Dolore ingiusto ed incomprensibile. Una costante e silenziosa lama nel cuore. Mi restano i pensieri. Alla tua famiglia, alla tua mamma restituisco la certezza affettuosa e solidale di una anima bella sul serio”.
Molti ricordi riportano non solo l’artista, ma anche l’uomo. L’amica Ornella Matranga lo ha descritto come “alto alto” e sempre pronto a stupirsi delle piccole cose, raccontando un episodio significativo: “Mi ha ringraziato un anno intero semplicemente per una pasta aglio, olio e peperoncino e un bicchiere di vino. Mi ha insegnato che nei momenti più difficili della vita, le cose che ami sono l’unica àncora”.
Una testimonianza professionale e personale è arrivata anche da Francesca Romana Vitale, che lo aveva conosciuto durante il lavoro in festival teatrali: “Era un ansioso cronico. Una tipologia immancabile in un festival. Ogni mattina facevamo riunioni di staff e tra noi ci chiedevamo: ‘Ti ha chiamato Gianluca?’. ‘Sì’. ‘Anche a me, due volte’. Chiamava tutti noi almeno una volta al giorno, a cominciare dall’ufficio stampa. Aveva bisogno di accertarsi di tutto, era meticoloso ed esserlo non gli bastava mai. Dopo gli spettacoli gli dicevo: ‘Non ascoltare troppo i feedback di critici e colleghi, Gianluca, segui il tuo istinto’. Perché sapevo che Gianluca aveva talento, i suoi spettacoli erano intelligenti e di spessore e avrebbe avuto tutti i riconoscimenti che meritava. Questione di tempo”.
La carriera di Ariemma era già legata a importanti palcoscenici e alla partecipazione a festival di rilievo. Aveva preso parte per due volte al Fringe Festival, la seconda nelle edizioni di Milano e Catania, e quest’anno avrebbe dovuto presentare nuovamente la sua candidatura. Un progetto che purtroppo non è riuscito a completare: “Gianluca, fai l’application anche se non hai tutto il materiale, non ti preoccupare”, gli era stato suggerito da un collega, ma la sua proposta non è mai arrivata.
Il vuoto lasciato dalla sua scomparsa è stato sottolineato con commozione da chi lo ha conosciuto sul palco e nella vita di tutti i giorni. Un giovane talento descritto come capace di trasformare emozioni e fragilità in forza creativa, e che con la sua arte aveva conquistato l’affetto del pubblico e il rispetto dei professionisti del settore.
Il mondo del teatro piange oggi non solo la perdita di un artista promettente, ma anche di una figura umana intensa e generosa. La comunità teatrale di Caserta e non solo si è stretta attorno alla famiglia di Gianluca Ariemma, ricordando un giovane la cui carriera, seppur breve, ha lasciato un segno profondo e indelebile.



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