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Aggredisce la moglie incinta, fugge all’arrivo dei carabinieri e cade da 5 metri: è grave in ospedale



Nel pomeriggio di sabato 10 maggio, un episodio di violenza domestica si è trasformato in un incidente grave a Jesi, quando un giovane di 25 anni, di origine straniera, ha cercato di sfuggire ai carabinieri intervenuti dopo una segnalazione. L’uomo, che avrebbe aggredito la sua compagna incinta, è caduto da un’altezza di circa cinque metri, riportando gravi ferite.



Secondo quanto riportato dal quotidiano Corriere Adriatico, gli eventi sono iniziati quando la giovane donna, una ventenne, si è recata al pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi. Presentava lividi sul volto e ha chiesto assistenza medica. Gli operatori sanitari, notando i segni evidenti di violenza, hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine.

Il personale medico ha attivato il protocollo di protezione domestica in codice rosso, e i carabinieri si sono recati presso l’abitazione della coppia per verificare la situazione. Al loro arrivo, l’uomo ha tentato di fuggire, ma durante la fuga è caduto mentre cercava di scavalcare un cancello. L’impatto gli ha causato un politrauma, lasciandolo stordito e in condizioni critiche.

I sanitari del 118 sono intervenuti rapidamente sul posto per prestare soccorso al giovane. Dopo essere stato stabilizzato, è stato trasportato d’urgenza in ospedale in codice rosso. Le sue condizioni sono gravi: ha riportato un trauma cranico e diverse contusioni. Nel frattempo, la giovane compagna è stata dimessa dall’ospedale dopo aver ricevuto le prime cure.

L’episodio ha messo in evidenza una situazione di violenza domestica che si sarebbe protratta nel tempo. La donna, incinta di pochi mesi, avrebbe subito aggressioni fisiche da parte del compagno, culminate nella richiesta di aiuto al pronto soccorso. Il caso è ora sotto indagine da parte delle autorità competenti per accertare ulteriori dettagli e responsabilità.

Situazioni come questa richiamano l’attenzione sull’importanza della prevenzione e dell’intervento tempestivo nei casi di violenza domestica. L’attivazione del protocollo in codice rosso ha permesso ai carabinieri di intervenire rapidamente, ma l’esito drammatico della fuga del giovane evidenzia la complessità e l’urgenza di affrontare tali situazioni con il massimo supporto possibile per le vittime.

Il caso di Jesi rappresenta purtroppo uno dei tanti episodi che continuano a emergere in Italia riguardo alla violenza sulle donne. La giovane donna coinvolta in questo episodio ha trovato il coraggio di chiedere aiuto, consentendo così l’intervento delle forze dell’ordine e dei servizi sanitari. Questo passo potrebbe essere il primo verso una nuova fase della sua vita lontano dalla violenza.

Le autorità locali stanno lavorando per garantire che la donna riceva il supporto necessario e per accertare tutti i dettagli dell’accaduto. Nel frattempo, il venticinquenne rimane ricoverato in ospedale sotto osservazione medica per le gravi lesioni riportate nella caduta.

L’episodio sottolinea ancora una volta la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla problematica della violenza domestica e sull’importanza di fornire strumenti adeguati alle vittime per chiedere aiuto. La collaborazione tra operatori sanitari, forze dell’ordine e centri antiviolenza rappresenta un elemento essenziale per affrontare efficacemente queste situazioni e proteggere chi ne è coinvolto.

L’indagine sul caso prosegue per chiarire ulteriormente le dinamiche dell’aggressione e della successiva fuga. Le autorità si stanno concentrando anche sull’assistenza alla giovane donna e sul



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