Alessandro Coatti, un biologo italiano di 28 anni, è stato vittima di un crimine brutale a Santa Marta, in Colombia. Il suo corpo è stato ritrovato smembrato in diverse aree della città, e le autorità locali hanno lavorato intensamente per risolvere il caso. Dopo oltre due mesi di indagini, quattro sospettati sono stati arrestati con l’accusa di aver organizzato l’omicidio. La notizia è stata confermata dalla Procura di Roma, che ha avviato un’indagine parallela in Italia per approfondire i dettagli dell’accaduto.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, Coatti sarebbe stato attirato in trappola attraverso un sito di incontri online, dove avrebbe interagito con un profilo falso. Una volta raggiunto l’appuntamento, sarebbe stato drogato con scopolamina, una sostanza spesso utilizzata per facilitare rapine. L’intento iniziale dei responsabili era derubarlo, ma la situazione è degenerata fino all’omicidio e al successivo smembramento del cadavere. Questo tipo di crimine, particolarmente efferato, non si verificava a Santa Marta dal 2011, rendendo il caso ancora più scioccante per la comunità locale.
Le autorità colombiane hanno concentrato le loro indagini sull’analisi dei dispositivi elettronici appartenenti al giovane biologo. Dai dati raccolti, è emerso che il 4 aprile scorso Coatti aveva pianificato una gita a Minca, una località montuosa nella Sierra Nevada, con una persona conosciuta online. Tuttavia, quella che sembrava un’innocua escursione si è rivelata una trappola orchestrata per derubarlo. Gli investigatori hanno escluso fin da subito il coinvolgimento di gruppi criminali o guerriglieri, poiché la vittima non aveva alcun legame con tali ambienti.
La Procura di Roma ha rilasciato un comunicato ufficiale in cui ha elogiato il lavoro svolto dai carabinieri del ROS e la collaborazione con le autorità colombiane. Nel documento si legge: “Le indagini in ambito nazionale, attraverso diversificati e complessi accertamenti svolti dai carabinieri del Ros con grande puntualità ed efficacia”. La nota prosegue sottolineando come l’inchiesta sia stata condotta in stretta collaborazione con la Procura sezionale del Dipartimento di Magdalena, gli apparati di polizia colombiani e il Servizio di cooperazione internazionale di polizia, oltre che con il supporto dell’ambasciata italiana a Bogotà.
Gli approfondimenti tecnici sui dispositivi elettronici di Coatti sono stati fondamentali per ricostruire i suoi ultimi giorni e per identificare i presunti responsabili. “Proprio gli approfondimenti sugli apparati informatici hanno permesso di fare luce sugli ultimi giorni di vita di Coatti, in particolare sugli spostamenti nella città di Santa Marta (Colombia), nonché di contribuire alla definizione delle fasi del delitto e alla acquisizione di elementi utili alla identificazione degli autori”, si legge ancora nel comunicato.
L’arresto dei quattro sospettati rappresenta un passo importante verso la giustizia per Alessandro Coatti e la sua famiglia. Tuttavia, rimangono ancora molti interrogativi su come sia stato possibile organizzare un crimine così crudele e su eventuali complici o dinamiche non ancora emerse. Le indagini proseguono sia in Colombia che in Italia, con l’obiettivo di chiarire ogni dettaglio della tragica vicenda.
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