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Alessandro Venier ucciso a Gemona: il cadavere smembrato e nascosto nella calce



Il ritrovamento del cadavere di Alessandro Venier, avvenuto il 31 luglio a Gemona del Friuli, in provincia di Udine, ha sconvolto la comunità locale. L’uomo, di 35 anni, è stato ucciso alcuni giorni prima e il suo corpo, tagliato in tre parti, è stato nascosto in un bidone coperto di calce all’interno di un’autorimessa situata in via dei Lotti, nella borgata di Taboga. Con l’accusa di omicidio, sono state arrestate due donne: la madre della vittima, Lorena Venier, 62 anni, e la compagna Marylin Castro Monsalvo, 30 anni, originaria della Colombia.



Le indagini sono condotte dalla sostituta procuratrice di Udine, Claudia Danelon, che ha invitato alla cautela nell’interpretazione dei fatti. “Invito tutti alla massima cautela: stiamo valutando ogni singolo aspetto di questa vicenda e serve ampliare gli orizzonti e analizzare nel dettaglio le ricostruzioni fornite dalle persone coinvolte, per attribuire correttamente le singole responsabilità”, ha dichiarato. “Il quadro della vicenda familiare è abbastanza complesso ma occorre completare tutti gli accertamenti, medico e scientifici, per poter confermare in tutto o in parte le ammissioni delle persone che si sono autoaccusate del delitto”, ha aggiunto.

Secondo le prime ricostruzioni, il delitto sarebbe avvenuto nella casa dove Alessandro Venier viveva insieme alla madre e alla compagna. Gli investigatori ipotizzano che una lite per motivi banali sia degenerata fino al tragico epilogo. Al momento, sono in corso accertamenti per determinare la stanza esatta dell’abitazione in cui si è verificato l’omicidio. Tuttavia, nell’autorimessa dove è stato rinvenuto il cadavere non sono state rilevate tracce di colluttazione.

Le due donne arrestate avrebbero già confessato il crimine e sarebbero state loro stesse a chiamare i carabinieri per segnalare l’accaduto. La compagna della vittima, Marylin Castro Monsalvo, aveva dato alla luce una bambina sei mesi fa; la piccola ora è stata affidata ai servizi sociali. La madre dell’uomo, Lorena Venier, è nota nella zona per essere un’infermiera. Alessandro Venier, secondo quanto emerso, non sarebbe mai stato riconosciuto dal padre biologico, un cittadino straniero, motivo per cui portava il cognome materno.

Il sindaco di Gemona, Roberto Revelant, ha espresso sgomento per quanto accaduto: “A mia memoria, non è mai successa una cosa del genere qui. È un fatto gravissimo, straziante”. Ha inoltre sottolineato la necessità di supportare la bambina rimasta orfana: “La coppia ha una bambina molto piccola, di pochi mesi che ora ha bisogno di ricostruirsi una vita. Tutta Gemona si stringe attorno a lei”. Il primo cittadino ha aggiunto di non conoscere personalmente la famiglia coinvolta: “Mi hanno riferito che lavorava spesso all’estero. Non avendo mai avuto rapporti con questa famiglia, non so nemmeno che relazioni ci fossero tra madre e figlio”.

L’intera comunità locale è sotto shock per un crimine così efferato e insolito nella zona. Gli accertamenti scientifici e le indagini degli investigatori proseguono per fare piena luce sui dettagli del caso e per comprendere il movente dietro l’omicidio. Al momento, rimane ancora oscuro il motivo che ha spinto le due donne a commettere un gesto così brutale.

La vicenda ha sollevato interrogativi anche sul contesto familiare e sulle dinamiche personali tra i tre protagonisti della tragedia. Gli investigatori stanno analizzando ogni elemento raccolto nella casa e nell’autorimessa per ricostruire con precisione quanto accaduto. La comunità di Gemona del Friuli attende con apprensione ulteriori sviluppi sulla vicenda, mentre si stringe attorno alla bambina rimasta sola.



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