Oggi, Alessia Pifferi, 39 anni, non sarà presente in aula per la seconda udienza del suo processo d’Appello. La donna è stata condannata in primo grado all’ergastolo per omicidio volontario aggravato, dopo aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di soli 18 mesi, nel luglio 2022. La legale di Pifferi, Alessia Pontenani, ha confermato che la sua assistita è stata aggredita da altre detenute all’interno del carcere di Vigevano, riportando quattro punti di sutura al volto.
In questa fase del processo, la Corte ha nominato i periti Giacomo Francesco Filippini, Nadia Bolognini e Stefano Benzoni. Per quanto riguarda l’accusa, i consulenti designati sono le dottoresse Patrizia De Rosa e Valentina Cresti. Questo intervento dei periti è parte di un procedimento più ampio, che include una nuova perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Appello, accompagnata da una risonanza magnetica, per valutare le condizioni mentali di Pifferi.
Parallelamente, il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha avviato un’inchiesta aggiuntiva sulle presunte manipolazioni riguardanti gli accertamenti psichiatrici della donna. Gli atti di questo filone d’inchiesta sono stati recentemente depositati nel fascicolo del caso. Attualmente, sette persone sono indagate per reati di falso e favoreggiamento. Tra questi ci sono la legale di Pifferi, Alessia Pontenani, alcune psicologhe e Marco Garbarini, psichiatra e consulente della difesa. Secondo l’accusa, questi professionisti avrebbero tentato di influenzare l’esito della perizia psichiatrica in primo grado, indirizzandola verso un vizio parziale di mente.
Il precedente accertamento, effettuato dallo psichiatra Elvezio Pirfo, aveva stabilito che Pifferi, pur mostrando tratti di alessitimia (un disturbo caratterizzato dalla difficoltà di identificare e descrivere le emozioni), era pienamente capace di intendere e volere. Questa valutazione ha contribuito alla sua condanna all’ergastolo.
La richiesta di una nuova perizia psichiatrica è stata avanzata dalla difesa, che sostiene che Pifferi potrebbe presentare un deficit cognitivo tale da compromettere la sua capacità di intendere e volere. A supporto di questa tesi, sono stati presentati alcuni documenti scolastici che attestano il supporto ricevuto da un’insegnante di sostegno fin dalla prima infanzia.
La situazione di Alessia Pifferi continua a destare grande attenzione sia per le circostanze tragiche della sua condanna che per il contesto in cui si trova attualmente. La sua assenza in aula oggi è un ulteriore segnale delle difficoltà che sta affrontando, non solo sul piano legale, ma anche su quello personale. La violenza subita nel carcere di Vigevano ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle detenute e sulle condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari.
Il caso di Pifferi ha suscitato un ampio dibattito pubblico, non solo per la gravità del reato di cui è accusata, ma anche per le implicazioni più ampie riguardanti il sistema giudiziario e le misure di protezione per le donne in carcere. La sua storia è un esempio delle complessità legate ai reati di omicidio, specialmente quando coinvolgono figure materne, e ha messo in luce le sfide che il sistema legale deve affrontare nel trattare casi di questo tipo.
Nel corso delle udienze, si prevede che emergeranno ulteriori dettagli sulle condizioni psichiatriche di Alessia Pifferi e sulle circostanze che hanno portato alla sua condanna. La prossima udienza potrebbe rivelare informazioni cruciali che influenzeranno il futuro legale della donna e la percezione pubblica del caso.
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