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Allarme di Marina Berlusconi: ‘C’è un potere senza controllo, la democrazia è in pericolo’



In una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e Mondadori, affronta le sfide poste dalla rivoluzione tecnologica e il suo impatto sulla libertà e sulla democrazia. La lettera inizia con un’osservazione sul contesto attuale, caratterizzato da conflitti, radicalismi e manipolazione digitale, sottolineando che, nonostante il rumore di fondo, le voci di libertà e democrazia sono essenziali e devono essere amplificate da chi si occupa di informazione e cultura.



Berlusconi evidenzia l’enorme potere economico delle prime cinque BigTech, tra cui Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet e Amazon, che insieme hanno superato il prodotto interno lordo dell’area euro. Tuttavia, avverte che “ridurre tutto ai valori economici non basta”, poiché il potere di queste aziende va oltre l’economia e rappresenta un “potere che rifiuta le regole”.

Questo scenario crea problematiche significative per gli editori tradizionali, che operano nel rispetto delle leggi, pagano le tasse e tutelano il diritto d’autore e i posti di lavoro. Berlusconi sottolinea che in Italia le piattaforme digitali occupano solo un trentesimo dei lavoratori del settore, mentre “quasi due terzi del mercato pubblicitario globale” sono dominati dai giganti della tecnologia, i quali si comportano in modo opposto rispetto agli editori tradizionali. Per citare Berlusconi, “sono Careless People, ‘gente che se ne frega’”.

Il presidente di Fininvest definisce questa situazione come “concorrenza sleale bella e buona” e si esprime favorevolmente riguardo al “Digital Package” varato dall’Unione Europea tra il 2016 e il 2024, che mira a proteggere gli utenti delle piattaforme digitali. Questo pacchetto è visto come un ostacolo al profitto, un punto di vista che Donald Trump ha espresso in passato. Berlusconi chiarisce che, sebbene il profitto sia fondamentale, “un mercato sia veramente libero solo quando risponde a regole. Non troppe e soprattutto giuste – in questo l’Europa spesso inciampa”.

Inoltre, Berlusconi spera che la Commissione Europea non faccia passi indietro riguardo alla regolamentazione del digitale, sottolineando l’enorme influenza culturale che le BigTech esercitano. “Non è più solo un problema degli editori, riguarda tutti”, afferma. La sua critica è diretta: “A differenza dei media tradizionali, le piattaforme prosperano in un far-west dove nessuno risponde di quello che ha scritto, l’importante sono i clic”. Questo porta a un aumento delle fake news, del linguaggio d’odio e del rifiuto delle opinioni diverse, creando un ambiente culturale polarizzato e radicalizzato che influisce negativamente sulla politica.

Secondo Berlusconi, l’interazione tra politica e BigTech negli Stati Uniti è evidente e offre vantaggi significativi a un Paese che necessita della tecnologia per affrontare le sfide geopolitiche. I “padroni della Silicon Valley” operano in un contesto politico senza assumersi responsabilità dirette. Berlusconi commenta con una nota di sarcasmo che “grazie a una buona dose di ipocrisia, sono passati dal wokismo al trumpismo con la disinvoltura di un cambio di felpa”. Questa transizione, secondo lei, mette a rischio “libertà e democrazia”, schiacciate tra opposti che distruggono il dialogo e alimentano l’intolleranza.

La lettera di Marina Berlusconi si conclude con un appello a mantenere vigilanza e determinazione nella lotta per una regolamentazione adeguata del settore digitale, evidenziando che le sfide attuali richiedono un impegno collettivo per garantire che la libertà e la democrazia non vengano compromesse dall’avanzare di poteri che si sottraggono alle responsabilità.



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