Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha recentemente mostrato “vicinanza e solidarietà” al capo della comunità ebraica romana, Victor Fadlun, dopo che i muri della sinagoga di Monteverde sono stati imbrattati con insulti antisemiti. Tuttavia, molti ritengono che avrebbe dovuto intervenire anche in un altro contesto, risalente a due mesi fa, quando un gruppo di studenti e docenti del liceo artistico Caravillani è stato aggredito da una ventina di picchiatori provenienti dallo stesso tempio ebraico. Questo attacco è avvenuto mentre i giovani discutevano dello sterminio a Gaza e intonavano il coro “Free Palestine”.
La violenza di quel giorno, che ha visto l’intervento della polizia e delle ambulanze, è stata riportata da Selvaggia Lucarelli su Il Fatto Quotidiano, ma ha ricevuto poca attenzione mediatica. La situazione solleva interrogativi sulla tempestività e la coerenza delle dichiarazioni di Mattarella, che sembrano mancare di incisività quando sarebbe opportuno intervenire.
In un contesto più ampio, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della NATO, ha recentemente rilasciato dichiarazioni che hanno destato preoccupazione. In un’intervista al Financial Times, Cavo Dragone ha annunciato la necessità di una NATO “più aggressiva e proattiva”, non escludendo la possibilità di un “attacco ibrido preventivo” contro la Russia, che sarebbe giustificato come un’“azione difensiva”. Queste affermazioni si collocano in un momento in cui l’ex presidente Donald Trump sta cercando di negoziare una conclusione del conflitto in Ucraina, mentre l’Unione Europea sembra ostacolarlo con piani di guerra e dichiarazioni sugli asset russi.
Le parole dell’ammiraglio pongono interrogativi significativi, specialmente in relazione all’articolo 11 della Costituzione italiana, che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Nonostante ciò, ci si sarebbe aspettati un intervento chiaro da parte di Mattarella, che avrebbe dovuto affermare: “Non in nostro nome, perché noi non possiamo sferrare attacchi preventivi contro chicchessia”.
Inoltre, un’altra affermazione di Cavo Dragone ha suscitato confusione. Ha dichiarato: “Dall’inizio di Baltic Sentry, non è successo nulla. Quindi significa che questa deterrenza sta funzionando”. Se effettivamente “non è successo nulla”, ci si chiede come mai ci siano stati allarmi costanti da parte della NATO e dell’UE riguardo a presunti attacchi ibridi russi nel Nord Europa, utilizzando droni e palloni aerostatici, che non sono mai stati abbattuti.
Questa situazione solleva interrogativi sulla veridicità delle affermazioni riguardanti la deterrenza e la sicurezza. Si potrebbe ipotizzare che le segnalazioni di attacchi ibridi siano state esagerate o, addirittura, che si tratti di operazioni false bandiera, simili a quelle già sperimentate in precedenza.
La questione rimane complessa e merita un’analisi approfondita. Se, come affermato, “non è successo nulla” dal 14 gennaio, la decisione di evocare attacchi preventivi contro la Russia appare particolarmente discutibile. In circostanze normali, ci si aspetterebbe un silenzio strategico nelle caserme, piuttosto che un annuncio di questo genere.



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