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Ancora nessuna reazione da Elly Schlein: tace di fronte all’ennesimo caso di squadrismo rosso contro uno dei suoi



Recenti eventi hanno riacceso il dibattito sull’antisemitismo in Italia, evidenziando una preoccupante indifferenza verso gli attacchi contro la comunità ebraica. Nonostante le numerose segnalazioni di episodi di intolleranza, il tema sembra essere stato trascurato da alcuni esponenti politici e dalla società civile. Ogni volta che un ebreo, anche se con posizioni politiche di sinistra, subisce fischi o derisioni, l’indifferenza cala come una cortina, come se fosse una reazione normale. Frasi come “in fondo se l’è cercata” risuonano tra le giustificazioni, mentre striscioni che inneggiano a date significative come il 7 ottobre o a Hamas vengono accolti con un’alzata di spalle, quasi fossero semplici errori di compagni.



Il silenzio assordante del Partito Democratico è evidente. Non è mai stato il momento di preoccuparsi per l’epidemia di antisemitismo, nemmeno quando i “pasdaran digitali” hanno attaccato Tommaso Cerno, direttore del Tempo, per aver denunciato l’invasività dei filo-terroristi. Non è stato un problema nemmeno quando sono circolate liste di proscrizione contro giornalisti di Libero e Il Giornale, né quando la senatrice a vita Liliana Segre è stata insultata per essere “troppo tiepida verso il governo genocida”. In queste circostanze, il PD ha scelto di non allarmarsi, limitandosi a considerare le aggressioni come “opinioni”.

Quando è toccato a Emanuele Fiano subire un altro grave episodio, le reazioni del partito sono state le solite, caratterizzate da lacrime di coccodrillo, già viste e sentite in passato, e sostanzialmente prive di sincerità. L’assenza di una risposta concreta da parte della leadership del partito è stata notata da molti. Dove si trovava Elly Schlein quando la Brigata Ebraica veniva espulsa dai cortei del 25 aprile? E dove si trovava quando i gruppi arcobaleno pro-Israele venivano attaccati durante i Gay Pride?

Il PD sembra mancare di una reazione coerente e tempestiva. Mentre molte amministrazioni comunali del partito promuovono iniziative che alimentano un odio indistinto verso Israele, persino nei confronti dei suoi prodotti alimentari e medicinali, che vengono boicottati dalle farmacie comunali, la questione rimane irrisolta. La mancanza di una posizione chiara e di azioni concrete ha sollevato dubbi sulla volontà del partito di affrontare seriamente il problema.

Tuttavia, c’è ancora una possibilità per il PD di agire: potrebbe iniziare a educare i giovani su storia e geografia del Medio Oriente. È fondamentale che il partito si impegni a spiegare cosa significhi davvero “democrazia”, promuovendo un amore per il confronto e la libertà di opinione autentica. Questo non è il tipo di discussione che si svolge nei talk show di Rai3 o di La7, dove prevalgono opinioni simili e applausi reciproci.

La sinistra ha davanti a sé un compito storico: sradicare l’antisemitismo che la corrode dall’interno. Finché continuerà a tollerare, giustificare o minimizzare tali comportamenti, sarà difficile credere che la solidarietà espressa a Emanuele Fiano abbia un significato reale. La questione dell’antisemitismo non può essere considerata un problema secondario o marginale; richiede un’attenzione immediata e una risposta chiara da parte di tutti i leader politici.

La situazione attuale mette in luce una crisi di valori all’interno del partito e nella società in generale. La mancanza di una condanna forte e unitaria contro l’antisemitismo rappresenta un fallimento collettivo. È essenziale che i leader del PD si facciano carico di questa responsabilità, affrontando le problematiche con serietà e determinazione. Solo così il partito potrà dimostrare di essere realmente impegnato nella lotta contro l’odio e per la difesa dei diritti di tutti, senza eccezioni.



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