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Assegnata la scorta a Pina Picierno, l’eurodeputata commenta: “Non so perché”



“Per Travaglio la politica è dire noi e non io? Tendenzialmente io sono in disaccordo con tutto quello che dice Travaglio. Io credo che il direttore del ‘Fatto Quotidiano’ abusi troppo del noi, come abusa troppo spesso dell’intelligenza degli italiani”.



Sono finita sotto scorta perché mi occupo tutti i giorni di disinformazione, cioè di come il Cremlino lavora per influenzare le opinioni pubbliche occidentali, in particolare quella italiana. Mi sono occupata di proibire che propagandisti di Putin fossero ospitati nel nostro Paese”.

La situazione è grave ma non seria: il caso Picierno

Pina Picierno, ogni volta che rilascia dichiarazioni pubbliche, sembra sul punto di voler dichiarare guerra personalmente alla Russia. La sua visione della politica estera sembra ispirata da “Capitan America”, concentrata sugli assi del Male. Questa posizione si accompagna a una preoccupante tendenza a promuovere un clima di maccartismo, colpendo e delegittimando le voci indipendenti.

Il caso Picierno

Uno pensava di aver già visto tutto con le liste di proscrizione del Corriere verso i cosiddetti ‘putiniani” e poi invece spuntano fuori Picierno e consorte con l’ultima trovata: Linkiesta ha pubblicato un articolo di Massimiliano Coccia, marito della vicepresidente del Parlamento Europeo per il PD, sostenendo che il conto bancario di Visione TV fosse stato chiuso per presunto “filoputinismo”.

Ma questa è solo l’ultimo caso che vede la rappresentante italiana a Bruxelles in qualche modo coinvolta in vicende di dubbia interpretazione.

Pina Picierno, nelle sue dichiarazioni pubbliche, appare quasi intenzionata a dichiarare guerra personalmente alla Russia.

A settembre, in un’intervista per Il Riformista in cui veniva descritta come “riformista doc che ha salvato l’onore dell’Italia”, Picierno spiegava che gli scenari apocalittici erano propaganda di Putin (quindi nessun timore della guerra), che la Russia era “un paese in via di fallimento“, e che non ci poteva essere negoziazione senza integrità territoriale dell’Ucraina, la quale sarebbe stata “vicina ad entrare nell’Unione”.

Sul suo account X (ltwitter) è sempre particolarmente attiva e sempre più spesso chiacchiera amabilmente con dei troll NAFO, gli account coi ‘pupazzetti russofobici’.
Ricordiamo che il fondatore dei NAFO, Kamil Dyszewski, è un gamer neonazi antisemita polacco.

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In passato, Picierno ha chiesto all’UE di sanzionare l’artista Jorit e di revocare fondi e incarichi pubblici a suo favore, per le posizioni considerate filorusse’.

Inutile dire che da settimane, si è espressa sui casi Moldova, Romania e Georgia, abbracciando totalmente la linea “Ha stato Putin”, parlando di rischio per le democrazie attaccate del regno del male di Mosca. Una visione per gli Esteri da Capitan America, focalizzata sugli assi del Male.

Infatti il suo sostegno alla politica di riarmo, di nessuna concessione a Mosca, di nessuna trattativa, va di pari passo con il sostegno al governo israeliano nella sua opera di distruzione di Gaza.

Recentemente l’esponente del PD ha ricevuto a Bruxelles Amir Avivi, generale di brigata in pensione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), una figura di spicco per le sue opinioni sioniste di estrema destra e per la sua proposta, dopo il 7 ottobre, di deportare i civili palestinesi in Sinai. Un personaggio accusato dagli stessi israeliani più moderati, di essere esplicitamente a favore della pulizia etnica.

La situazione è grave ma non seria. Che fare?

Questa situazione potrebbe suscitare ilarità se la osservassimo da un altro pianeta, con il distacco di un antropologo o di uno studioso.

Purtroppo, essendo rappresentati da una classe dirigente che include figure che ricalcano le medesime modalità operative di Pina Picierno, pensiamo a Lia Quartapelle, la stessa premier Meloni, il redivivo Enrico Letta e persino il ministro Tajani (un Di Maio che ce l’ha fatta!), non possiamo permetterci il lusso di ridere.

Il dramma del nostro tempo, come accade in ogni epoca di declino, è che il degrado è così profondo da rendere difficile immaginare un recupero. Vent’anni di eurozona, trent’anni di globalismo armato e una classe dirigente caricaturale hanno lasciato un’eredità devastante che inevitabilmente ci travolgerà. Le grandi crisi sono spesso il motore della storia, e anche questa volta sarà così.

La nostra unica possibilità è farci trovare preparati, per quanto possibile, per orientare i rapidi cambiamenti che ci attendono. Non con ingegneria sociale o utopie irrealizzabili, ma con buon senso pratico. Non ci salveranno leader o istituzioni esterne: né il papa, né Trump, né Putin, né Xi Jinping. Il primo passo è l’accettazione della realtà.

Quello che ci stanno vendendo a reti unificate – e il caso Picierno è quello di una ‘piazzista’ non diversa da von der Leyen, Macron o dall’Agenda Draghi – è un mondo da difendere con le armi, da pacificare e anestetizzare con mancanza di autonomie, di differenze reali, di politica, per assenza di polis, di Stati, di culture, omogeneizzato da Amazon e dalla Apple (non necessariamente da Washington) e governato esclusivamente, come da sempre auspicato dai profeti del capitalismo e dell’individualismo, dalla mano invisibile del Mercato.



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