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Bambina infilata in una busta della spesa, il piano agghiacciante: “Nel forno o giù dalla finestra”



Un viaggio che ha dell’incredibile: una neonata marocchina, nata presumibilmente nell’agosto scorso, è stata trasportata clandestinamente dal Marocco all’Italia da una coppia, 65enne lui e 46enne lei, con l’obiettivo di venderla o trovarle una sistemazione definitiva in cambio di denaro. La vicenda, che ha avuto come epicentro Torino, ha portato all’arresto della coppia e di altre due persone coinvolte, mentre le indagini sono ancora in corso per chiarire tutti i dettagli.



La bambina sarebbe stata imbarcata di nascosto su una nave che da Tangeri, in Marocco, ha raggiunto Genova. Per non destare sospetti, la piccola sarebbe stata nascosta in una busta di plastica, forse addormentata con uno sciroppo per evitare che piangesse durante il viaggio. La donna ha affrontato il tragitto in nave insieme ai suoi tre figli, mentre il marito è rimasto in contatto con lei tramite messaggi e chiamate su WhatsApp. Secondo gli inquirenti, i due avrebbero pianificato tutto nei minimi dettagli.

Una volta arrivati in Italia, la neonata è stata portata all’ospedale Regina Margherita di Torino per una visita medica. Tuttavia, le intercettazioni effettuate dagli investigatori hanno rivelato frasi inquietanti pronunciate dalla coppia: “Lanciamola dalla finestra, così qualcuno può prenderla e scappare, o chiudiamola nel forno”. Queste parole hanno contribuito a delineare un quadro agghiacciante della situazione e a confermare i sospetti degli inquirenti.

Secondo quanto emerso dalle indagini, la coppia avrebbe ricevuto la bambina dalla sua famiglia naturale in Marocco, con l’intento di trasportarla in Italia e venderla a una nuova famiglia. Gli investigatori stanno lavorando per identificare la madre biologica e verificare se ci fosse un accordo tra le parti. Al momento non è chiaro se fossero già stati individuati eventuali acquirenti per la piccola.

La coppia avrebbe tenuto la bambina in custodia temporanea in attesa di trovare una “sistemazione definitiva”. In alternativa, stavano valutando di trasferirla all’estero per evitare che venisse rintracciata. Gli inquirenti hanno anche scoperto che il certificato di nascita mostrato dai due durante le indagini era falso. Un mediatore culturale che conosce la coppia da tempo ha confermato questa informazione e ha fornito ulteriori dettagli utili alle autorità.

Il piano della coppia è stato ricostruito grazie a intercettazioni telefoniche e al racconto del mediatore. I magistrati hanno sottolineato come marito e moglie si scambiassero foto della bambina già a settembre 2024 e si sentissero frequentemente al telefono durante il viaggio. Tuttavia, per tre giorni consecutivi, le comunicazioni si sono interrotte, coincidenti con il periodo del tragitto in nave.

Dopo essere stati arrestati, i due hanno cercato di accusarsi reciprocamente, fornendo versioni incoerenti dei fatti. La loro richiesta di scarcerazione è stata respinta dal tribunale di Torino, che ha evidenziato la gravità delle accuse e il pericolo rappresentato dalla loro condotta.



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