Quattro persone sono state arrestate con l’accusa di aver rapito e tenuto nascosta una bambina italiana per undici anni in Spagna. Tra gli arrestati figurano la madre della minore, l’attuale compagno della donna, la nonna materna e un altro parente. La vicenda ha avuto inizio tra il 2013 e il 2014, quando il Tribunale di Milano aveva deciso di affidare la bambina, allora di tre anni, al Comune. Tuttavia, la madre si era opposta alla decisione, sottraendo la figlia e rendendosi irreperibile.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Milano, la bambina, ora quattordicenne, ha vissuto tutto questo tempo sotto falso nome, lontana dal padre e dalla sua vera identità. Gli inquirenti hanno sottolineato come i responsabili abbiano agito con totale disprezzo nei confronti delle decisioni giudiziarie e dei diritti del padre, impedendo alla minore di conoscere le proprie origini e di stabilire un rapporto con l’altro genitore.
L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dalla gip Tiziana Landoni, evidenzia la gravità delle azioni compiute dai familiari. Nel documento si legge che gli indagati hanno mostrato una “totale noncuranza verso le facoltà genitoriali spettanti al padre” e hanno violato la “libertà personale” della bambina, negandole la possibilità di “conoscere la propria vera identità, la sua storia” e di costruire legami con il genitore non coinvolto nel rapimento.
Le indagini sono state condotte dall’Unità Tutela Donne e Minori della polizia locale di Milano, in collaborazione con il Nucleo Investigativo dei carabinieri. Gli investigatori hanno tracciato un profilo degli arrestati, descrivendoli come persone “refrattarie all’osservanza delle regole”, poco inclini al rispetto delle prescrizioni e prive di autocontrollo. Questo comportamento ha portato il giudice a ritenere necessario l’arresto, anche per evitare che potessero distruggere prove o influenzare testimoni.
La gip Tiziana Landoni, nella sua ordinanza, ha sottolineato come gli indagati potrebbero facilmente indurre amici o familiari a fornire versioni non veritiere o a mantenere un atteggiamento reticente. Per questo motivo, è stato disposto il carcere per tutti i coinvolti.
La vicenda rappresenta un caso complesso e delicato, che ha visto una bambina crescere lontano dal suo contesto familiare naturale e sotto un’identità falsa. La scoperta della sua posizione in Spagna è stata possibile grazie a un lavoro investigativo meticoloso, che ha permesso di ricostruire i movimenti dei responsabili e di rintracciare la minore dopo anni di silenzio.
Ora la bambina si trova sotto la tutela delle autorità competenti, che si occuperanno di garantirle assistenza psicologica e legale per affrontare le conseguenze di questa lunga separazione forzata dalla sua vera famiglia.
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