Il signor Giorgio Peloso Zantaforni, docente presso il liceo di San Donà di Piave, sta conducendo una campagna ideologica contro la signora Beatrice Venezi. Si prega di consultare il video allegato per ulteriori dettagli.
Recuperato il piccolo intervento trasmesso ieri a #Report di Giorgio Peloso Zantaforni.
Questo è un professore di liceo che qui a San Donà di Piave si batte per cause giuste, come la Palestina. E ora sta conducendo una grande battaglia per la dignità del Teatro La Fenice pic.twitter.com/jxsT7oTk5m— Bettybus (@EBustreo) October 27, 2025
Il sovrintendente della Fenice, Nicola Colabianchi, ha respinto le accuse di aver attribuito l’ostilità dei lavoratori del Teatro nei confronti di Beatrice Venezi al “sessismo”. Intervistato dall’Adnkronos, Colabianchi ha espresso sorpresa per le accuse, definendole “infondate, false, pretestuose e strumentali”. Ha precisato che, in risposta alle domande dei giornalisti sull’ostilità manifestata sui social media, aveva ipotizzato diverse cause, tra cui la politica, antipatie personali o sessismo, ma non aveva mai fatto riferimento a un presunto sessismo all’interno dell’Orchestra.
Tali dichiarazioni mirano a placare una polemica che rischia di degenerare. Tuttavia, gli audio e i video delle dichiarazioni del sovrintendente all’uscita dall’incontro con l’orchestra sembrano indicare che le sue parole fossero relative a una questione interna al Teatro e all’incontro stesso, non ai social media.
In seguito alle dichiarazioni di Colabianchi, è stata lanciata una petizione che ne chiede la revoca. La petizione, promossa da Giorgio Peloso Zantaforni, portavoce del gruppo di utenti della Fenice under 35 “Sconcerto Grosso”, afferma che la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale del Teatro La Fenice di Venezia ha esposto l’istituzione a un’attenzione mediatica senza precedenti, con conseguente danno di immagine difficile da recuperare.
Il testo evidenzia la preoccupazione per l’idoneità di Colabianchi alla carica ricoperta. Il pubblico affezionato alla Fenice esprime dissenso verso una narrazione che privilegia l’essere donna, giovane e carismatica rispetto alle competenze artistiche e culturali. Si richiede che la serietà, la cultura e la preparazione siano i criteri prioritari, evitando operazioni di marketing finalizzate a una ricerca di visibilità effimera. Si sottolinea la necessità di condividere con l’orchestra i criteri di selezione di una figura di rilievo come il Direttore Musicale, basandoli sulla preparazione tecnica e artistica, piuttosto che su età e genere. Infine, si contesta la strumentalizzazione del pubblico giovane che frequenta (o potrebbe frequentare) la Fenice. La petizione ha attualmente raccolto 360 firme (la petizione per la revoca della nomina di Beatrice Venezi, lanciata alla fine di settembre, ha già raggiunto le 15.000 firme).
Il 9 ottobre, il caso è stato affrontato in Parlamento. Il deputato del Movimento 5 Stelle Gaetano Amato ha richiesto un’informativa urgente al Ministro della Cultura Alessandro Giuli in merito alla nomina di Beatrice Venezi e, in particolare, all’ipotesi, riportata dalla testata online Dagospia, di affiancare a Venezi un secondo direttore più esperto per agevolare l’accettazione della nomina da parte dell’orchestra. Amato ha dichiarato: «Abbiamo appreso dai giornali che Alessandro Giuli intende affiancare alla Venezi una sorta di un direttore ‘parallelo’, come se fosse un insegnante di sostegno per la direttrice. Una misura che appare del tutto fuori luogo e grottesca». Il Ministero, che sta difendendo Venezi dalle critiche, non ha confermato tale intenzione.



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