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Caos da Floris, Luca e Paolo contro chi ha esultato per l’assassinio di Charlie Kirk



Martedì scorso ha avuto inizio la nuova stagione di “diMartedì”, il talk di approfondimento politico di La7 condotto da Giovanni Floris, che torna in prima serata ogni martedì. La puntata ha affrontato temi di grande attualità, come la guerra in Ucraina e quella a Gaza, e il clima di odio generato dal brutale omicidio di Charlie Kirk, attivista di estrema destra americano, colpito da un colpo di fucile durante un dibattito con gli studenti dell’Università dello Utah.



Prima dell’inizio della puntata, come di consueto, l’apertura è stata affidata alla copertina satirica del duo comico Luca&Paolo che, in questa occasione, ha preferito alle battute lanciare delle riflessioni serie su quanto sta accadendo in Italia.

Questo il loro intervento integrale: “Su questa morte non ci vengono le battute, anzi suscitano un certo sconcerto i sorrisi di chi ha gioito del fatto che qualcuno, la settimana scorsa, abbia sparato a Charlie Kirk, proprio in un’Università, proprio mentre stava dibattendo, scontrandosi a parole con gli studenti. E suscita sconcerto anche il silenzio di chi non comprende che quando si spara a qualcuno che non la pensa come te sarebbe opportuno alzare la voce, perché quando arrivano i proiettili significa che sono finite le parole. E quando le parole finiscono significa che siamo tutti in pericolo ed è questo che la cultura, la scuola, la politica dovrebbero fare: fornirci più parole, più idee da condividere e da dibattere”.

Purtroppo, assistiamo a una proliferazione di slogan, giustificazioni e indignazione, ma a una progressiva riduzione del linguaggio. Trovare le parole giuste è impegnativo, comprenderle lo è ancora di più, come spiega Luca Bizzarri in alternanza con il collega Paolo Kessisoglu. Secondo dati OCSE, in Italia, sei persone su dieci con un livello di istruzione pari alla terza media non riescono a comprendere un testo di qualche riga. Si consideri che i cittadini con questo livello di istruzione sono 17 milioni: ciò significa che dieci milioni di persone non vanno oltre la comprensione degli ingredienti di una ricetta. Inoltre, tre diplomati su dieci non comprendono un articolo di giornale. Considerando che i diplomati sono anch’essi 17 milioni, significa che altri cinque milioni non leggono altro che il retro di un biglietto dello stadio.

Anche un laureato su dieci si trova in questa condizione, non è in grado di comprendere un testo lungo. Se consideriamo che i laureati sono sei milioni, significa che seicentomila non comprendono un oroscopo di più di tre righe. È evidente, quindi, la necessità di un linguaggio chiaro e comprensibile, e dell’impegno di qualcuno a occuparsene. La presenza di figure come Charlie Kirk, seppur discutibili nelle loro idee, è importante perché la crescita avviene attraverso il confronto di idee e parole. Le parole della politica italiana, sia di destra che di sinistra, di fronte all’omicidio di Kirk, si sono riassunte in: no alla violenza, sì al dialogo, ma i nostri avversari sono dei pezzi di merda. Il problema, concludono i due comici liguri, non è che non abbiano capito, ma che non convenga loro capire. Perché accettare il confronto sulle parole significa che dietro le parole devono esserci dei pensieri, e se non si hanno pensieri, ma solo slogan, allora non ci si può affidare al dibattito, ma alla folla.



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