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Caso Garlasco, il martello trovato nel canale non combacia con quello dei Poggi: ecco cosa si scopre



Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, continuano a far parlare di sé dopo ben diciotto anni. Nonostante alcuni periodi di pausa, le autorità – tra cui i carabinieri e la Procura di Vigevano e successivamente di Pavia – hanno ripreso a lavorare sul caso con nuove piste investigative. Nel 2023, un’importante svolta è arrivata grazie alla consulenza genetica presentata dalla difesa di Alberto Stasi, unico condannato per il delitto. Questa consulenza ha rianalizzato i dati della perizia del 2014 relativi al DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima.



Da quel momento, gli investigatori hanno avviato ulteriori accertamenti. Sono stati ascoltati nuovamente i protagonisti della vicenda e sono stati raccolti nuovi campioni di DNA, anche attraverso il prelievo di rifiuti presso le abitazioni della famiglia Poggi e di Andrea Sempio. Quest’ultimo, già indagato in passato, è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi.

La notizia di questa nuova fase investigativa è emersa pubblicamente due anni dopo, quando Andrea Sempio è stato formalmente convocato per sottoporsi a un test salivare, necessario per ottenere il suo DNA senza alcun margine di dubbio. Questo evento ha segnato la riapertura del caso anche dal punto di vista mediatico, dando il via a una nuova battaglia legale.

Negli ultimi giorni, il caso ha attirato un’attenzione crescente, soprattutto dopo le operazioni condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano il 14 maggio scorso. Durante queste perquisizioni, che hanno coinvolto l’abitazione di Andrea Sempio e dei suoi genitori, è stato ispezionato anche un canale situato a Tromello, un piccolo paese non lontano da Garlasco. Le ricerche sono state motivate dalla testimonianza di una nuova fonte, ascoltata nelle settimane precedenti dagli inquirenti. Questo testimone avrebbe riferito che due donne, ormai decedute, gli avrebbero confidato che una cugina di Chiara Poggi, appartenente alla famiglia Cappa, avrebbe gettato qualcosa nel torrente il giorno dell’omicidio. Questo torrente si trova vicino all’abitazione della nonna della vittima.

Nonostante l’incertezza su cosa possa essere stato gettato nel canale, i carabinieri hanno deciso di esaminare accuratamente il fondale per escludere ogni possibile dettaglio trascurato. La ricerca si è concentrata su un tratto di circa 300 metri indicato dal testimone. Secondo fonti investigative citate da Fanpage.it, quanto ritrovato nel torrente sarebbe di importanza secondaria rispetto agli altri sviluppi dell’indagine.

Una delle voci circolate subito dopo le perquisizioni riguardava il presunto ritrovamento di un martello nel torrente. Questa notizia aveva attirato particolare attenzione poiché le lesioni riportate da Chiara Poggi, secondo l’autopsia e diversi esperti, erano compatibili con un oggetto simile. Inoltre, un martello risultava mancante dall’abitazione dei Poggi dopo il delitto. Tuttavia, fonti investigative hanno smentito categoricamente questa ipotesi, precisando che nel torrente non è stato rinvenuto alcun martello.

Nella stessa serata delle perquisizioni, Fanpage.it ha riportato che dal canale erano stati recuperati “oggetti potenzialmente utili alle indagini”. Tuttavia, è stato specificato che saranno necessari ulteriori approfondimenti per verificarne la rilevanza nel caso. Al momento, non ci sono elementi concreti che colleghino questi ritrovamenti all’omicidio.

Le indagini continuano a concentrarsi su Andrea Sempio e sulle nuove prove genetiche raccolte. Questo caso, che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana, resta ancora oggi uno dei misteri più complessi e dibattuti nella cronaca giudiziaria del Paese.



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