Gli agenti della Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (DIGOS) hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione di Gabriele Rubini, noto al pubblico come Chef Rubio, situata nella zona dei Castelli Romani. L’operazione, avvenuta mercoledì 17 luglio, è stata condotta in seguito alla pubblicazione di alcuni post sui social network ritenuti controversi e diretti contro Israele.
Secondo quanto riportato da Alberto Fazolo, attivista e amico di Rubio, gli agenti hanno sequestrato vari dispositivi elettronici, tra cui computer, telefoni cellulari e chiavette USB, ed hanno temporaneamente bloccato l’accesso ai profili social del noto chef. Fazolo ha condiviso l’accaduto attraverso un post su Facebook, allegando anche una copia del documento ufficiale rilasciato dalla Questura.
Nel suo post, Fazolo ha dichiarato: “Gli agenti della Divisione Investigazioni Generali – Operazioni Speciali. III Sezione Antiterrorismo Interno della Questura di Roma hanno fatto una perquisizione nella casa di Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, in cui hanno sequestrato tutti i suoi strumenti elettronici e le chiavette USB. Dopodiché lo hanno portato nel commissariato di Frascati e trattenuto fino alle 19:50”.
L’obiettivo principale dell’operazione sarebbe stato quello di raccogliere informazioni sulle attività telematiche di Rubini, in particolare in relazione a due post pubblicati sul social network X (precedentemente noto come Twitter) il 21 e il 22 maggio scorso. I post in questione contenevano frasi che, secondo le autorità, potrebbero essere interpretate come incitamento all’odio o alla violenza.
Tra le affermazioni riportate nei post si legge: “Morte ai diplomatici complici del genocidio in atto da 77 anni, morte agli invasori e a chi li finanzia, morte al colonialismo, suprematismo, razzismo e odio antimusulmano”. Questi messaggi hanno attirato l’attenzione delle forze dell’ordine, portando all’intervento dell’antiterrorismo.
Secondo Fazolo, l’operazione avrebbe incluso anche l’accesso alle chat private di Rubio su piattaforme come Telegram e Signal. Tuttavia, al momento, i profili social dello chef non sono stati chiusi ma risultano inaccessibili fino al termine del dissequestro dei dispositivi elettronici.
L’attivista ha inoltre sottolineato che Rubini è attualmente libero e in buone condizioni, ma impossibilitato a comunicare tramite i suoi consueti canali digitali. Fazolo ha scritto: “Gabriele è libero, ci tiene a garantire che sta bene, ma per un po’ non avrà modo di comunicare attraverso i suoi canali o recapiti. Pertanto, inutile cercarlo”.
Nel suo lungo intervento sui social, Fazolo ha difeso l’amico, sostenendo che da anni sarebbe oggetto di attacchi e critiche per le sue posizioni a favore della Palestina. Ha aggiunto: “Gabriele da anni è perseguitato e bersagliato per la sua attività di denuncia della pulizia etnica della Palestina”.
L’episodio si inserisce in un contesto già teso per Chef Rubio, che in passato aveva denunciato di essere stato aggredito fisicamente da un gruppo di giovani davanti alla sua abitazione. Secondo quanto riferito dallo stesso Rubini, il gruppo lo avrebbe atteso fuori dal cancello di casa per poi colpirlo brutalmente. L’aggressione sarebbe stata motivata dalle sue dichiarazioni pubbliche contro Israele.
Al momento non ci sono ulteriori aggiornamenti ufficiali da parte delle autorità competenti né dichiarazioni dirette da parte di Chef Rubio, che rimane in attesa del dissequestro dei suoi strumenti elettronici per poter tornare a comunicare con il pubblico.
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