Un debito di 15 euro per una corsa in taxi condivisa. Una richiesta di un taglio di capelli gratis per saldare quel piccolo conto. Una lite tra conoscenti che, nel giro di pochi minuti, è degenerata in un’aggressione con coltello, lasciando un giovane di 23 anni agonizzante sul marciapiede. È questa la drammatica sequenza di eventi ricostruita dai Carabinieri dopo quanto avvenuto lo scorso 1° dicembre in viale Eritrea a Roma, a pochi passi da una barberia.
Verso le 18:30 di quella domenica, una pattuglia si è imbattuta in una scena raccapricciante: un ragazzo giaceva a terra, ferito gravemente. Sul posto sono intervenuti con urgenza i soccorritori del 118, che lo hanno trasportato d’emergenza al Policlinico Umberto I. Il giovane ha riportato quattro ferite da taglio al torace e alla zona lombare, con una prognosi di 30 giorni. Fortunatamente, le lesioni non sono risultate letali: un fendente diretto al petto è stato parzialmente schivato, colpendolo all’ascella.
La ricostruzione dei fatti, emersa dalla denuncia della vittima e dalle indagini della Stazione Carabinieri di viale Eritrea, dipinge un quadro assurdo. I due, un barbiere e il ragazzo aggredito, si conoscevano. La discussione era nata proprio per quei 15 euro non restituiti, corrispettivo di una corsa in taxi pagata dal ventitreenne. Per ripianare il debito, il ragazzo aveva chiesto un taglio di capelli a titolo gratuito dall’amico. Dopo un primo alterco apparentemente sopito, il giovane sarebbe tornato nei pressi del negoio. A quel punto, il barbiere avrebbe perso completamente il controllo, aggredendolo con un’arma da taglio per poi darsi alla fuga.
Le indagini sono state rapide. La Procura di Roma ha emesso un decreto di fermo per tentato omicidio nei confronti del sospettato, un uomo di 34 anni. L’arresto è stato eseguito nel pomeriggio del 5 dicembre nel quartiere Tuscolano. Durante una perquisizione, i militari hanno rinvenuto un elemento decisivo: lo smartphone della vittima, che era stato sottratto durante l’aggressione. L’uomo è stato quindi trasferito nella casa circondariale di Rebibbia, dove il fermo è stato convalidato.
L’episodio, oltre a rappresentare un grave fatto di cronaca nera romana, solleva riflessioni sulle dinamiche della conflittualità urbana, dove dispute triviali possono esplodere in violenza inaspettata. Il barbiere arrestato dovrà ora rispondere di una delle accuse più gravi, mentre la vittima, seppur in via di guarigione, porta i segni fisici e psicologici di un’aggressione nata per una cifra davvero irrisoria.



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