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Chiude l’Hotel Milano Scala, una dipendente: “Licenziata all’improvviso, ho un figlio e sono madre single”



“Non siamo lavoratori, siamo servitù. Scarti da lasciare sulla strada all’improvviso, senza troppe spiegazioni, come ha fatto la proprietà dell’Hotel Milano Scala”. Questa è la protesta dei dipendenti dell’albergo quattro stelle lusso di via dell’Orso, tra il Duomo e il quartiere di Brera, che venerdì 20 giugno ha chiuso per sempre i battenti. Tutto si è fermato: dalle prenotazioni sul sito per i clienti alle mansioni dei 30 lavoratori regolarmente assunti, rimasti a casa da un giorno all’altro.



“C’erano già stati dei segnali: non era più possibile effettuare prenotazioni nel periodo estivo, ad esempio, ma nessuno si aspettava questo. Non ci sono stati incontri ufficiali, un tavolo con i sindacati, solo voci. Non è arrivata nemmeno una comunicazione scritta sulla chiusura forzata”, racconta a Fanpage.it Greta, addetta alla reception dell’hotel. L’Hotel Milano Scala, sulla carta eccellenza dell’ospitalità meneghina, vanta la medaglia di unico albergo a emissioni zero della città e la vittoria del programma Sky con Bruno Barbieri 4 Hotel. Con il cambio di proprietà, dalla società Capoberta a una holding che fa capo a una delle famiglie più importanti della città, sono arrivati però anche la crisi definitiva e la chiusura nel giro di poche settimane.

“Siamo in un limbo, non sappiamo cosa sarà di noi. Ho lavorato in tutto il mondo, sono rientrato in Italia per lavorare qui. Non mi è mai successa una cosa del genere”, è la testimonianza di Gianmarco, reparto food and beverage. “Nessuno ci ha avvisato, accompagnato. C’è chi ha acceso un mutuo, chi ha deciso di avere un bambino, chi ha preparato le carte per far arrivare i parenti dall’estero basandosi su uno stipendio fisso per sostenere i propri cari. È umiliante, i proprietari ci hanno buttato in mezzo alla strada. Hanno scelto la via meno costosa per le loro tasche. Ma noi siamo esseri umani”.

Hotel Milano Scala

Secondo quanto ricostruito dal sindacato Cisl Fisascat, la nuova proprietà avrebbe deciso di sospendere temporaneamente i dipendenti, ricorrendo per mesi al Fondo di integrazione salariale (Fis). “La maggior parte di noi, però, non riesce a stare con lo stipendio decurtato per così tanto tempo. Vogliono costringerci a cercare un altro lavoro, così da non doversi sobbarcare i costi del licenziamento. È una manovra studiata a tavolino per non pagare. La proprietà ci aveva assicurato che non ci sarebbero stati problemi, ed eccoci qui. Non sono stati neanche chiamati in causa i sindacati”, spiega Rodrigo, chef dell’esclusivo ristorante menzionato nella guida Michelin. “È incredibile. Sono un professionista, lavoro con serietà da decenni. E soprattutto ho un figlio e una casa da mantenere”.

Una situazione comune a tantissimi lavoratori dell’Hotel Milano Scala. “Lavoravo lì dal primo giorno di apertura, ero affezionata all’albergo: si può dire che ci sono cresciuta dentro. Ma questo trattamento è davvero disumano”, spiega Violetta, responsabile del reparto colazioni. “Ho un figlio piccolo e sono una mamma single, ma non ho mai mancato un giorno di lavoro per la famiglia: se il bimbo era malato, gli davo una medicina e chiamavo qualcuno. E oggi vengo ripagata così, con questa indifferenza. Vengo lasciata a casa dall’oggi al domani, senza sapere quale sarà il mio futuro. Non sapevo nemmeno che il 20 giugno sarebbe stato l’ultimo giorno”.



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