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Clamoroso da Mosca: il portavoce di Putin annuncia il Nobel per la Pace a Donald Trump



La Russia ha annunciato il suo sostegno all’eventuale assegnazione del Premio Nobel per la Pace al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La conferma è arrivata dal consigliere del Cremlino, Yuri Ushakov, che ha dichiarato: “se si tenesse conto della sua opinione, Mosca sosterrebbe questa decisione”. Rispondendo a una domanda della stampa riguardo alla possibilità che il Nobel per la Pace venga assegnato a Trump, Ushakov ha ribadito che “sì, probabilmente l’avremmo appoggiato se ce lo avessero chiesto”.



Il sostegno russo al premio per Trump è stato accompagnato da una critica nei confronti del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Ushakov ha descritto come “stupidità” l’idea che Zelensky possa fare pressioni per il Nobel a Trump in cambio della fornitura di missili Tomahawk a Kiev. Ha affermato che “si tratterebbe di un premio per la pace in cambio della fornitura di armi. Anche l’idea stessa è mostruosa”, sottolineando che “se la gente pensa in questi termini, allora la dice lunga su che tipo di persone sono”.

La posizione della Russia si inserisce in un contesto internazionale complesso, dove le dinamiche geopolitiche influenzano le relazioni tra gli Stati. Il sostegno russo a Trump potrebbe essere interpretato come un tentativo di influenzare le opinioni pubbliche e le decisioni politiche in Occidente. La dichiarazione di Ushakov suggerisce che, nonostante le tensioni tra Mosca e Washington, esiste una certa ammirazione per il presidente statunitense da parte del Cremlino.

La questione del Nobel per la Pace è particolarmente delicata, poiché il premio è spesso associato a figure che hanno compiuto sforzi significativi per la pace e la riconciliazione. L’idea di legare l’assegnazione del premio a questioni di armamenti, come suggerito da Ushakov, solleva interrogativi etici e morali. La critica rivolta a Zelensky riflette una visione russa che cerca di mettere in discussione le motivazioni dietro le richieste ucraine di supporto militare.

Inoltre, il commento di Ushakov mette in evidenza le differenze di approccio tra Mosca e Kiev riguardo alla diplomazia e alla guerra. Mentre Zelensky ha cercato attivamente di ottenere supporto internazionale per la sua nazione, Ushakov sembra suggerire che tali sforzi possano essere percepiti come opportunistici, soprattutto se legati a premi come il Nobel per la Pace.

La posizione della Russia sul Nobel per la Pace e le dichiarazioni di Ushakov sono emblematiche di una strategia più ampia. Mosca sta cercando di posizionarsi come un attore rilevante nel dibattito internazionale sulla pace e la sicurezza, mentre al contempo critica le azioni dei leader occidentali. Questa dinamica si riflette non solo nelle dichiarazioni ufficiali, ma anche nei media russi, che spesso rappresentano le posizioni del Cremlino come una risposta necessaria alle provocazioni occidentali.

Il sostegno russo a Trump potrebbe anche riflettere una valutazione pragmatica della situazione attuale. Ushakov ha messo in evidenza che, sebbene ci siano divergenze ideologiche e politiche tra Mosca e Washington, il Cremlino è disposto a riconoscere il potenziale di Trump nel promuovere una certa stabilità, almeno rispetto ad altri leader.



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