Il Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, si è espresso durante la festa nazionale della Lega Lombarda a Castelcovati, in provincia di Brescia. Nel suo intervento, ha affrontato le accuse secondo cui la Lega sarebbe finanziata dal Presidente russo Vladimir Putin. Salvini ha affermato che, se tale fosse il caso, non si troverebbero in un tendone la domenica pomeriggio, bensì in un ambiente più confortevole.
Salvini ha inoltre criticato le accuse rivolte alla Lega per aver sollevato interrogativi sull’utilizzo dei fondi destinati all’Ucraina. Ha espresso preoccupazione per la possibilità che tali fondi vengano utilizzati per scopi non legati all’assistenza umanitaria, come il finanziamento di lussi personali all’estero.
Il Vicepresidente del Consiglio ha sottolineato che la Lega ha costantemente sostenuto gli aiuti militari ed economici all’Ucraina, approvando fino a 19 pacchetti di sostegno. Tuttavia, ha evidenziato la recente scoperta di presunti casi di corruzione nel governo ucraino, che avrebbero comportato lo sversamento di almeno 100 milioni di dollari in conti esteri e attività illecite.
Salvini ha affermato che la Lega è l’unico partito ad intervenire in tali situazioni, nonostante sia considerata scomoda da un sistema che, a suo dire, le si oppone da 30 anni.
L’intervento di Salvini si è svolto in un contesto di tensioni internazionali, con i colloqui a Ginevra sul piano Trump e le manifestazioni a Roma a favore di una pace giusta. Le sue parole, forti e dirompenti, hanno attirato l’attenzione del pubblico e dei media.
Il Vicepresidente ha dichiarato: «Abbiamo sempre sostenuto i pacchetti di aiuti per l’Ucraina, tuttavia, sono emerse accuse di corruzione, con almeno 100 milioni di dollari che si ritiene siano stati dirottati verso conti esteri, lussuosi bagni d’oro e attività di prostituzione». Ha inoltre affermato: «La Lega ha richiesto trasparenza, ma ci accusano di essere finanziati da Putin. Tuttavia, se i fondi destinati all’assistenza ai minori vengono invece utilizzati per il pagamento di servizi di prostituzione e l’acquisto di immobili all’estero, non posso accettarlo».
Forse influenzato dalla vicinanza delle elezioni, il leader leghista ha ulteriormente accentuato la divergenza della Lega rispetto al resto dell’Europa, in un momento cruciale per le trattative.
È possibile che questa posizione rappresenti una risposta indiretta alla manifestazione tenutasi in Piazza dell’Esquilino, organizzata dalla comunità ucraina romana per commemorare il genocidio del 1932-1933 perpetrato dai sovietici e per sollecitare la cessazione del conflitto. Gli striscioni, esposti tra le bandiere blu e gialle, recitavano: «Presidente Trump, non abbandonare l’Ucraina e il suo popolo. Non si faccia complice di Putin».
Il centrosinistra e il centrodestra si sono presentati alla manifestazione in modo disomogeneo. Il Partito Democratico ha partecipato con una delegazione, prevalentemente composta da esponenti riformisti. Erano presenti anche rappresentanti di Italia Viva, il leader di Azione Carlo Calenda e il segretario di +Europa Riccardo Magi. M5S e Alleanza Verdi e Sinistra erano assenti. Per quanto riguarda il centrodestra, erano presenti unicamente esponenti di Forza Italia, Paolo Emilio Russo e Alessandro Battilocchio.
Sono trascorsi oltre tre anni e mezzo dall’inizio del conflitto a Kiev. Paolo Gentiloni, tra i primi a recarsi sul posto insieme al senatore del Partito Democratico Filippo Sensi, evidenzia come si sia giunti a un momento cruciale. L’ex Commissario europeo ritiene che la base di partenza dei 28 punti proposti da Donald Trump sia estremamente fragile. Avverte inoltre contro l’imposizione di condizioni severe, sostenute dagli Stati Uniti, a un Paese, l’Ucraina, che non è stato sconfitto.
Gentiloni auspica pertanto che gli Stati membri dell’Unione Europea si facciano sentire con chiarezza. Qualora si verificasse un disimpegno americano, l’Europa dovrebbe continuare a sostenere l’Ucraina, poiché una resa ucraina non porterebbe alla pace, bensì a un conflitto esteso in Europa. Pur riconoscendo un atteggiamento finora positivo da parte del governo Meloni, Gentiloni sottolinea che esso si trova ora a un bivio.



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