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Coppia con sindrome di Down sfida le critiche e decide di avere un figlio



Molti di noi sanno cosa significa essere oggetto di opinioni e domande altrui quando si tratta di avere figli. La società esercita ancora oggi una pressione silenziosa: bisogna trovare un buon lavoro, incontrare un partner, sposarsi e avere dei figli. Chi sceglie di non avere figli spesso si trova a dover giustificare la propria decisione, affrontando domande personali e spesso inopportune.



Queste domande possono risultare invasive e mettere a disagio, soprattutto quando si chiede il motivo per cui una persona ha scelto di non diventare genitore. Purtroppo, il non avere figli viene talvolta percepito come un atto di egoismo. Tuttavia, quando una coppia considerata “diversa” desidera avere un figlio, la percezione di egoismo si ribalta rapidamente.

Oltre vent’anni fa, la californiana Patti White ricevette una notizia che la riempì di gioia ma anche di preoccupazione: sua figlia Lisa le annunciò di essere incinta.

Lisa è affetta dalla sindrome di Down, una condizione cromosomica congenita che comporta diversi gradi di disabilità fisica e intellettiva. Ciò che spesso si dimentica, però, è che molte persone con la sindrome di Down sono perfettamente in grado di prendersi cura di sé, lavorare e condurre una vita indipendente.

La probabilità che due persone con la sindrome di Down abbiano un figlio è piuttosto bassa, poiché è raro che un uomo con questa sindrome sia fertile. Quando Patti seppe che sarebbe diventata nonna, fu sorpresa ma sostenne pienamente la decisione di Lisa di portare avanti la gravidanza.

A 29 anni, Lisa viveva da sola in un appartamento da ben undici anni e lavorava a tempo pieno presso il negozio locale Goodwill. Era benvoluta da tutti e, come racconta la madre, “sapeva fare tutto, tranne usare il registratore di cassa. Amava quel posto e anche loro amavano lei”.

Lisa aveva anche una relazione con un uomo affetto da sindrome di Down. Pur frequentandosi, vivevano in case separate. Patti comprese che la figlia viveva una relazione adulta e responsabile: insieme avevano affrontato temi come il controllo delle nascite e il sesso sicuro.

“All’epoca, tutti i libri dicevano che i maschi con la sindrome di Down erano sterili e la gente ci rassicurava dicendo che non poteva rimanere incinta”, racconta Patti.

Ma il destino aveva altri piani.

Un giorno, Patti ascoltò un messaggio in segreteria: “Ciao mamma, volevo solo dirti che stai per diventare nonna!”. Patti ricorda: “La mia mente andò ovunque. Com’era possibile? Il suo ragazzo ha la sindrome di Down!”.

La decisione di Lisa di diventare madre fu criticata da molti come irresponsabile ed egoista, e la sua capacità di essere una buona madre venne messa in discussione. Tuttavia, la famiglia la sostenne e la protesse.

Lisa, determinata e appassionata, visse una gravidanza tutto sommato normale. Frequentò corsi preparto, fu seguita da una coach e sperimentò tutti i sintomi tipici: “Era difficile camminare, lavoravo cinque giorni a settimana, avevo nausee mattutine e spesso non mi sentivo bene”, racconta Lisa.

La gravidanza fu considerata ad alto rischio e trattata come tale. Nic, il figlio di Lisa, nacque con quattro settimane di anticipo e, come i genitori, era affetto dalla sindrome di Down.

Il padre di Nic fu presente alla nascita e i due genitori provarono a vivere insieme dopo la nascita del bambino, ma purtroppo la convivenza non funzionò. Il padre di Nic morì quando il bambino aveva solo cinque anni.

Oggi Nic ha 24 anni, è un giovane uomo e la madre e la nonna sono immensamente fiere di lui.

Avere figli comporta sempre dei rischi, e Lisa era particolarmente vulnerabile, anche a causa dei giudizi degli altri sulla sua scelta. La situazione si spinse al punto che Lisa perse alcune amicizie, perché i genitori delle sue amiche temevano che potesse influenzare le loro figlie a desiderare un figlio.

Ma alla fine, nessuna di queste opinioni ha davvero importanza, soprattutto per Nic, che è cresciuto, si è diplomato e nutre un grande rispetto per le donne che lo hanno cresciuto. È diventato la persona che è oggi grazie a loro.

“Ho due mamme. Mia madre Lisa è la cosa più importante della mia vita. Mi ha dato la vita, mi ha dato amore, mi ha fatto nascere ed è sempre meravigliosa e bellissima”, ha dichiarato, come riporta Fabiosa.

Nel 2016, Patti ha condiviso su Facebook un aggiornamento commovente, insieme a una foto di una mamma orgogliosa e di un figlio felice:

“Questa è mia figlia Lisa che scherza con suo figlio Nic. Entrambi hanno la sindrome di Down. Quest’anno è una pietra miliare per tutti noi: lei compie 50 anni e lui 20. Io, invece, sono più vecchia del mondo. Siamo così orgogliosi di noi. Il nostro obiettivo, quando lei è rimasta incinta, era che potesse conoscere suo figlio e avere un rapporto con lui. Ci sono stati molti alti e bassi, ma dopo tutti questi anni possiamo dire con onestà che hanno superato le difficoltà e condividono un amore immenso l’uno per l’altra e per il loro piccolo nucleo familiare (lei è una mamma single)”, ha scritto Patti.

Questo duo madre-figlio ha trascorso decenni a dimostrare al mondo il valore delle persone con sindrome di Down. La storia di Patti, Lisa e Nic offre uno spunto di riflessione importante e, si spera, potrà aiutare altri a prendere le proprie decisioni.

Sono un’ispirazione e meritano rispetto e ammirazione. Condividi se sei d’accordo.



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