Nella giornata di martedì 18 novembre, cinque ragazzi, due dei quali maggiorenni, sono stati arrestati con l’accusa di aver aggredito e tentato di uccidere uno studente di 22 anni in corso Como, Milano, lo scorso 12 ottobre. Le indagini, condotte dal pubblico ministero Andrea Zanoncelli, hanno rivelato che i giovani avrebbero colpito la vittima sotto i portici di via Gaspare Rosales, dove, dopo averlo picchiato a mani nude, lo hanno accoltellato al fianco e alla schiena. Un quinto giovane ha svolto il ruolo di “palo” durante l’aggressione.
I reati contestati ai cinque giovani includono il tentato omicidio del 22enne. Secondo le ricostruzioni, l’accoltellatore sarebbe uno solo, mentre gli altri sono accusati di concorso morale nell’azione violenta. Le accuse comprendono anche diverse aggravanti: il fatto che l’aggressione sia stata perpetrata da un gruppo di cinque persone, l’intento di rapina e il coinvolgimento di “persone minorenni”. Inoltre, si sottolinea che l’azione è avvenuta in un contesto in cui la vittima era in una “condizione che impediva” la difesa, come l’orario notturno e l’assenza di potenziali soccorritori nella zona.
La giudice per le indagini preliminari Chiara Valori ha evidenziato nella sua ordinanza di custodia cautelare la “evidente condizione di sopraffazione” inflitta alla vittima, anche dopo i primi colpi ricevuti. Anche l’imputazione di rapina è aggravata dall’uso di un’arma, in questo caso un coltello, il che rende la situazione ancora più grave per i giovani coinvolti.
In base alle accuse formulate, i due maggiorenni rischiano pene che potrebbero arrivare fino a 21 anni di reclusione. Tuttavia, le pene per i minorenni sono generalmente più basse, in conformità con le leggi italiane riguardanti i giovani. Secondo le stime, le condanne per i maggiorenni potrebbero oscillare tra i 14 e i 21 anni. È probabile che, qualora il processo avesse luogo, i due giovani chiedano di essere giudicati con rito abbreviato, una scelta che potrebbe comportare uno sconto di un terzo sulla pena. Ciò significa che, in caso di applicazione di questa procedura, le loro condanne potrebbero variare tra i 10 e i 14 anni di reclusione.
Nel frattempo, gli interrogatori dei cinque indagati sono stati programmati per venerdì 21 novembre, davanti alla giudice Valori. Durante questi colloqui, i giovani avranno l’opportunità di presentare la loro versione dei fatti e di difendersi dalle gravi accuse mosse contro di loro. La decisione della giudice riguardo alla custodia cautelare sarà influenzata dalle dichiarazioni fornite durante questi incontri.
Il caso ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla sicurezza nella zona di corso Como, nota per la sua vivace vita notturna. L’aggressione, avvenuta in un’area frequentata da molti giovani, ha suscitato preoccupazione riguardo all’aumento della criminalità giovanile e alla violenza nelle strade di Milano.
Le indagini continuano, e gli inquirenti stanno esaminando ulteriori elementi di prova per chiarire i dettagli dell’aggressione e il ruolo di ciascun giovane coinvolto. La rapidità con cui le autorità hanno proceduto agli arresti è stata lodata, dimostrando un impegno a garantire la sicurezza pubblica e a perseguire la giustizia per la vittima.



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