Nella notte tra il 21 e il 22 giugno, gli Stati Uniti hanno condotto un’operazione militare contro i siti nucleari iraniani, utilizzando i bombardieri strategici B-2 Spirit e le potenti bombe anti-bunker GBU-57/B Massive Ordnance Penetrator. L’attacco ha interessato tre installazioni chiave: Natanz, Isfahan e l’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordow, situato sotto una montagna nei pressi di Quom. L’azione è stata annunciata ufficialmente dal presidente americano Donald Trump alle 01:50 ora italiana tramite il suo social Truth, dove ha definito l’operazione un “successo militare spettacolare”.
Secondo quanto dichiarato da Trump, gli obiettivi sono stati completamente distrutti: “obliterated”. Gli aerei sono tornati alla base senza subire danni dopo aver completato la missione. Tuttavia, l’Iran ha fornito una versione diversa dei fatti, sostenendo che solo le strutture superficiali sono state colpite, mentre quelle più profonde e strategiche non avrebbero subito danni significativi. Questa discrepanza ha sollevato interrogativi sulla reale efficacia dell’attacco.
Fonti indipendenti hanno cercato di verificare quanto accaduto. La CNN ha riportato che i sensori del sistema FIRMS (Fire Information for Resource Management System) della NASA hanno rilevato un aumento significativo delle temperature nell’area dell’impianto nucleare di Fordow durante la notte, un chiaro segnale di attività esplosiva. Tuttavia, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha comunicato che non ci sono stati incrementi rilevanti di radiazioni vicino ai siti colpiti, suggerendo che l’attacco non abbia compromesso materiali nucleari.
Le bombe GBU-57/B Massive Ordnance Penetrator, utilizzate nell’operazione, rappresentano uno degli armamenti convenzionali più potenti mai sviluppati. Con un peso di circa 13.600 chilogrammi e una lunghezza di 6,2 metri, queste bombe sono progettate specificamente per penetrare profondamente in bunker sotterranei protetti da strati di roccia e cemento armato. La loro testata contiene fino a 2.600 chilogrammi di esplosivi ad altissimo potenziale, come l’AFX-757 o il PBXN-114, capaci di generare devastanti onde d’urto.
Solo un velivolo al mondo è in grado di trasportare queste enormi bombe: il bombardiere stealth B-2 Spirit, prodotto dalla Northrop Grumman. Questo aereo, grazie alla sua tecnologia avanzata e alla capacità di eludere i radar nemici, è stato fondamentale per il successo dell’operazione. Secondo quanto riportato da fonti militari americane, le bombe GBU-57/B sono state impiegate principalmente contro l’impianto di Fordow, considerato uno degli obiettivi più difficili da raggiungere a causa della sua posizione sotto centinaia di metri di roccia.
Oltre alle GBU-57/B, nell’attacco sono stati utilizzati anche numerosi missili Tomahawk, che hanno contribuito a colpire le infrastrutture iraniane. Tuttavia, il “lavoro sporco” è stato attribuito principalmente alle bombe anti-bunker, non disponibili nell’arsenale israeliano. L’aviazione di Israele aveva già iniziato a colpire alcuni obiettivi iraniani nei giorni precedenti, ma senza ottenere risultati comparabili.
L’operazione statunitense arriva in un momento di crescente tensione tra Washington e Teheran, con l’Iran accusato di portare avanti programmi nucleari controversi. L’attacco ai siti di Natanz, Isfahan e Fordow rappresenta un’escalation significativa e potrebbe avere ripercussioni geopolitiche a lungo termine. Mentre gli Stati Uniti celebrano il successo dell’operazione, l’Iran denuncia l’aggressione e minimizza i danni subiti.
L’efficacia delle bombe GBU-57/B è stata oggetto di discussione anche tra esperti militari. Sebbene siano progettate per distruggere obiettivi sotterranei altamente protetti, la profondità e la complessità dell’impianto di Fordow potrebbero aver limitato il loro impatto. Le dichiarazioni contrastanti tra Stati Uniti e Iran rendono difficile una valutazione precisa dei danni causati dall’attacco.
Add comment