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“Costretta a vivere come un fantasma”, parla la madre di Anastasia trovata morta a Villa Pamphili



La mamma di Anastasia Trofimova, trovata morta con la figlia Andromeda a Villa Pamphili, ha spiegato che Rexal Ford non le permetteva di avere contatti con nessuno e l’aveva costretta a chiudere ogni rapporto, costringendola a vivere come un fantasma.



“Rexal Ford ha isolato mia figlia, costringendola a vivere come un fantasma insieme alla bambina”. Sono le parole della mamma di Anastasia Trofimova, la ventinovenne trovata morta insieme alla piccola Andromeda a Villa Pamphili il 7 giugno scorso. Intervistata da ‘Chi l’ha visto?’ in onda su Rai 3 condotto da Federica Sciarelli, ha raccontato come il compagno non le permettesse di comunicare con nessuno. “Voleva che se ne andasse dalla Russia per stare con lui. Mia figlia ha lasciato il lavoro e ha interrotto bruscamente i rapporti con amiche, famiglia e altre persone che conosceva. Lui non le permetteva di comunicare con nessuno”.

La testimonianza della madre di Anastasia.

‘Chi l’ha visto?’ è riuscita a mettersi in contatto con la mamma di Anastasia grazie a un’amica, che ha scritto un messaggio in cirillico, notato e segnalato dai telespettatori durante una puntata. La donna, originaria della Siberia, ha riconosciuto sua figlia dai tatuaggi. Racconta che Anastasia era una ragazza che aveva studiato e si era laureata. Lavorava nel settore dell’edilizia per un’azienda di Mosca, occupandosi di scuole. “Ci sentivamo tutti i giorni, quando avevamo un momento libero ci telefonavamo”. Poi la vacanza a Malta e l’incontro con “Rexal Ford”, che ha cambiato per sempre la sua vita.

“Ci ha raccontato solo che aveva conosciuto un americano, è tornata in Siberia e poi di nuovo a Malta, per stare con lui. Ho scoperto tramite un messaggio di essere nonna: mi ha detto di aver partorito in casa con un’ostetrica pagata 200 euro”. Su quanto accaduto dopo spiega: “Anastasia faceva quello che diceva lui, lo ha seguito in Italia. In un video dice alla madre che si sarebbero spostati ancora, in Germania, e chiedeva se i conoscenti di suo padre potessero ospitarli, perché ‘l’Europa costa cara’”.

L’ultimo contatto tra i genitori e Anastasia risale al 2 giugno scorso e avviene via mail: “Mi scriveva che ogni tanto litigavano, diceva che lui stava facendo il possibile, che si stava occupando delle pratiche per i documenti”.

I genitori di Anastasia, vivendo in Russia, non avevano accesso a tutte le informazioni europee e non vennero subito a conoscenza del ritrovamento dei due cadaveri a Villa Pamphili. Il 5 giugno, a causa dell’eruzione dell’Etna, provarono a mettersi in contatto con Anastasia per chiederle come stava, ma non ricevettero risposta. Cinque giorni dopo, preoccupati, mandarono un messaggio WhatsApp a Kaufman con scritto: “Come va?”, e un altro il 9 giugno: “Come state?”. Entrambi i messaggi rimasero con una sola spunta, senza risposta, perché lui aveva già spento il telefono. Il 7 giugno, Anastasia e Andromeda vennero trovate morte nel parco.



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