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Covid, possibile svolta giudiziaria per Conte e Speranza: la Cassazione apre alla responsabilità per omissione



Per la Suprema Corte la responsabilità può essere estesa anche a coloro che non hanno implementato strumenti di protezione adeguati durante il periodo pandemico.



di Gianni Giorgi per Il Secolo d’Italia

“Il delitto di epidemia colposa può essere integrato anche da una condotta omissiva”. Questa la sentenza delle Sezioni Unite della Corte Costituzione sulla configurabilità dell’epidemia colposa in forma omissiva che può rimettere in discussione le responsabilità anche penali di coloro che hanno gestito la pandemia: l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza.

La sentenza sul Covid

La sentenza trae origine da un ricorso contro il delegato alla sicurezza dell’ospedale di Alghero che era stato assolto da ogni accusa e sollevato da ogni responsabilità per l’epidemia diffusa nel nosocomio tra marzo e aprile del 2020. Secondo l’accusa, il dirigente era responsabile della mancata distribuzione di dispositivi di protezione individuale per il personale e della “mancanza di formazione” per il contrasto al virus. Il Tribunale di Sassari aveva stabilito che il reato di «epidemia» (articolo 438 del codice penale) non può contemplare la condotta omissiva perché è “a forma vincolata”, ossia l’epidemia si verificherebbe solo «mediante la diffusione di germi patogeni».

La sentenza della Cassazione, tuttavia, respinge questa interpretazione restrittiva della norma e amplia le responsabilità anche ai comportamenti omissivi. In sostanza, se non si agisce per contrastare la diffusione dell’epidemia il reato è configurabile e va perseguito anche se non commesso con “dolo”.

Ora cosa può succedere?

Questa sentenza apre uno spiraglio per i familiari delle vittime del Covid che auspicano la punizione dei responsabili della mancata e corretta distribuzione dei dispositivi di protezione individuale come le mascherine e per l’assenza di formazione del personale nelle strutture sanitarie. Ma non solo.

Nel corso delle fasi iniziali della pandemia, come ricorda la senatrice Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia, alcuni esponenti di rilievo del Partito Democratico hanno adottato comportamenti irresponsabili, sottovalutando i rischi di diffusione del Covid-19: “Mentre il governatore della Lombardia Attilio Fontana veniva criticato per aver invitato i cittadini lombardi a indossare la mascherina, l’ex segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti organizzava aperitivi a Milano e il sindaco di Milano Giuseppe Sala cenava con la comunità cinese.

Comportamenti che, unitamente all’invito dell’allora sindaco di Firenze Dario Nardella di abbracciare un cittadino cinese per contrastare un presunto razzismo mai esistito, si sono rivelati completamente irresponsabili”. La senatrice Zedda si interroga quindi: “Qualcuno di loro risponderà mai di tale scelleratezza? Probabilmente no, ma forse – conclude la senatrice di Fratelli d’Italia – l’estensione dell’ipotesi di reato di epidemia colposa potrà contribuire a individuare le reali responsabilità degli errori dell’allora governo Conte-bis nella gestione della pandemia”.



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