​​


Cristiano Ronaldo criticato per l’assenza ai funerali di Diogo Jota e André Silva. La sorella Katia difende il campione, ricordando il trauma legato alla perdita del padre



La decisione di Cristiano Ronaldo di non partecipare ai funerali di Diogo Jota e suo fratello André Silva, vittime di un tragico incidente stradale avvenuto tra mercoledì e giovedì scorso, ha suscitato un acceso dibattito in Portogallo. La cerimonia si è svolta a Gondomar, ma l’assenza del capitano della Nazionale portoghese ha generato critiche da parte di tifosi e commentatori, che si aspettavano la sua presenza per rendere omaggio al calciatore 28enne, con cui ha condiviso anni di esperienza in Nazionale.



Il gesto di Ronaldo è stato interpretato da molti come una mancanza di rispetto, soprattutto considerando il suo ruolo di figura rappresentativa del calcio portoghese. Tuttavia, il suo entourage ha cercato di chiarire la scelta, spiegando che il fuoriclasse evita di partecipare a funerali per non distogliere l’attenzione dal momento di raccoglimento e dolore della famiglia coinvolta.

Secondo quanto riportato dal quotidiano portoghese “Record”, questa decisione sarebbe legata a un trauma personale che Cristiano Ronaldo vive dal 2005, anno in cui perse suo padre, José Dinis Aveiro. Da allora, il calciatore avrebbe scelto di non presenziare a cerimonie funebri, evitando situazioni che potrebbero riaprire ferite emotive mai del tutto rimarginate.

Nonostante ciò, le polemiche non si sono placate. Molti hanno sottolineato come la sua presenza avrebbe potuto essere un segno tangibile di solidarietà verso la famiglia di Diogo Jota, molto amata dai tifosi del Liverpool, che hanno reso omaggio al giocatore con tributi all’esterno dello stadio Anfield.

A intervenire sulla questione è stata la sorella di Ronaldo, Katia Aveiro, che attraverso i social ha espresso chiaramente il proprio disappunto nei confronti delle critiche rivolte al fratello. In un messaggio accorato, ha ricordato il dolore vissuto dalla sua famiglia durante i funerali del padre e ha difeso la scelta del campione.

“Quando mio padre è morto, oltre al dolore della perdita, abbiamo dovuto affrontare un’ondata di telecamere e curiosi al cimitero e ovunque andassimo. In nessun momento noi (i bambini) potevamo lasciare la cappella; era possibile solo al momento della sepoltura, tale era la commozione”, ha scritto Katia sui suoi profili social.

La sorella del calciatore ha inoltre sottolineato come la pressione mediatica fosse già insostenibile all’epoca, pur essendo meno invasiva rispetto a oggi. “Al funerale c’erano presidenti, allenatori della nazionale dell’epoca, come Luis Filipe Scolari, ecc., e l’attenzione mediatica non era paragonabile a quella di adesso”, ha aggiunto.

Nel suo intervento, Katia ha anche criticato apertamente chi continua a giudicare il comportamento del fratello senza considerare il contesto familiare e personale: “A proposito di dolore/famiglia e di vero sostegno… Non saprai mai cosa significa finché non lo vivi. Se qualcuno mi manda un messaggio criticando qualcosa che fa mio fratello, lo bloccherò (lo ignorerò completamente)”.

La questione ha sollevato un dibattito più ampio sulla pressione che i personaggi pubblici devono affrontare nei momenti di lutto. Katia ha definito “vergognoso” l’atteggiamento della società e dei media nel sottolineare l’assenza del fratello invece di concentrarsi sul dolore della famiglia colpita dalla perdita. “Sta diventando stancante. Il fanatismo. Le critiche per niente, ripeto niente… Una società malata… Abbiamo tutti una famiglia. È vergognoso guardare canali TV/commentatori/social network che sottolineano un’assenza invece di onorare rispettosamente il dolore di una famiglia distrutta dalla perdita di due fratelli. Mi vergogno persino di guardare. Deplorevole”, ha scritto.



Add comment