Durante la rassegna stampa “Occhio al caffè”, curata da Daniele Capezzone, il tema dei dazi è stato al centro dell’attenzione. Nella puntata di lunedì 28 luglio, Capezzone ha discusso dell’accordo raggiunto tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, stabilendo una tariffa del 15% sui dazi, una decisione che ha generato reazioni contrastanti in Europa. Capezzone ha sottolineato che, sebbene il nuovo accordo sia migliore rispetto a una tariffa del 30%, rimane comunque insufficiente da una prospettiva liberale, in quanto i dazi non sono mai una soluzione positiva. Ha avvertito che c’è un rischio concreto di inflazione e recessione economica.
Il direttore editoriale di Libero ha anche criticato la reazione di alcuni politici, tra cui la De Micheli, definendola “figura da mentecatta” per la sua posizione nei confronti della situazione. Capezzone ha ricordato che da sette anni l’Unione Europea sostiene Von der Leyen, e ora ci si aspetta una maggiore autocritica da parte dei leader europei. Ha affermato: “Libero è l’unico giornale che non sta sullo schema seguito dagli altri, che vi dicono che Trump è un bullo e un figlio di una mign***. Libero vi dice che è la Ue che deve fare autocritica, non per essere stata troppo molle, ma per aver sprecato sei mesi in cui poteva avere una strategia negoziale diversa”.
Capezzone ha messo in evidenza che, a differenza dell’Unione Europea, il Regno Unito è riuscito a ottenere un accordo vantaggioso senza ricorrere a minacce. Questo confronto ha alimentato le critiche nei confronti della strategia negoziale europea, considerata inefficace e poco proattiva. “Dobbiamo chiederci se il modo in cui abbiamo affrontato le trattative sia stato il migliore possibile”, ha aggiunto.
E ce n’è anche per la De Micheli alla quale @Capezzone ricorda che da sette anni stanno sostenendo la Von der Leyen. #4diseraWeekend pic.twitter.com/IaFe4Blt9t
— Virna (@Virna25marzo) July 28, 2025
Un altro punto interessante toccato da Capezzone riguarda l’attenzione di Trump durante la conferenza stampa. Ha notato che la preoccupazione principale del presidente statunitense non era tanto l’accordo con Von der Leyen, quanto piuttosto un episodio legato al suo campo da golf in Scozia. Capezzone ha raccontato che Trump si è lamentato della presenza di nove mulini a vento visibili dalla buca 18, definendo la situazione una vergogna. “Parte contro i mulini a vento e, per associazione di idee, contro l’eolico e fa un comizio meraviglioso”, ha osservato Capezzone, suggerendo che questo tipo di retorica potrebbe distogliere l’attenzione da questioni più rilevanti.
Il direttore ha anche criticato l’atteggiamento di alcuni politici europei, che avevano precedentemente elogiato Von der Leyen e ora la deridono, paragonandola a Fantozzi. “Adesso la linea è… von der Leyen è una str***, una specie di Fantozzi davanti al megapresidente”, ha affermato, evidenziando come la percezione della leader europea sia cambiata drasticamente in breve tempo.
L’analisi di Capezzone ha messo in luce le contraddizioni all’interno dell’Unione Europea e la necessità di una riflessione profonda sulla strategia commerciale. La questione dei dazi rappresenta non solo una sfida economica, ma anche una prova della capacità dell’Europa di mantenere unita la propria posizione di fronte agli Stati Uniti. Le critiche rivolte alla De Micheli e ad altri leader politici riflettono un clima di crescente insoddisfazione e frustrazione, che potrebbe influenzare le future negoziazioni e le politiche interne.
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