L’accordo sui dazi raggiunto dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, con gli Stati Uniti ha suscitato una reazione negativa in Francia, dove i leader politici esprimono preoccupazione per la direzione intrapresa. Il primo ministro francese, François Bayrou, ha commentato: “È un giorno buio quando un’alleanza di popoli liberi, uniti per affermare i propri valori e difendere i propri interessi, decide di sottomettersi”. Questo sentimento di sottomissione è condiviso da altri membri del governo francese, sottolineando un clima di crescente insoddisfazione.
Il ministro degli Affari europei, Benjamin Haddad, ha definito l’accordo “sbilanciato”, sebbene riconosca che porterà “stabilità temporanea agli attori economici minacciati dall’escalation doganale americana”. Haddad ha avvertito che si tratta di un “cambiamento strutturale” e ha esortato a trarre rapidamente le conseguenze necessarie per evitare l’irrilevanza. Ha inoltre sottolineato che la situazione rappresenta una sfida sia economica che politica per l’Europa.
Nonostante le critiche, Ursula von der Leyen ha chiarito che senza l’intesa raggiunta, l’Unione Europea si sarebbe trovata ad affrontare una tariffa del 30% a partire dal primo agosto, rendendo molto più difficile una successiva riduzione al 15%. A margine di un incontro in Scozia con Donald Trump, ha affermato: “Il 15 per cento è certamente una sfida per alcuni, non dobbiamo dimenticare che ci permette di avere accesso al mercato statunitense”.
La presidente della Commissione ha anche evidenziato gli sforzi dell’Europa per diversificare le sue attività commerciali in altre regioni del mondo, aprendo nuovi mercati per le imprese europee. Ha citato come esempio l’Indonesia, un Paese con una popolazione di 250 milioni di abitanti, e il Mercosur, un mercato con Paesi affini. Inoltre, ha menzionato le trattative in corso con il Messico e l’India, sottolineando l’importanza di espandere le opportunità commerciali al di fuori degli Stati Uniti.
Le dichiarazioni di Bayrou e Haddad riflettono un malcontento crescente tra i politici francesi, che vedono l’accordo come un passo indietro per l’Europa. La percezione di una sottomissione agli interessi americani è un tema ricorrente nel dibattito politico, con molti che chiedono una maggiore indipendenza economica e una strategia più assertiva nei confronti delle politiche commerciali statunitensi.
Il contesto di tensione commerciale tra gli Stati Uniti e l’Europa ha radici profonde e le recenti decisioni politiche hanno riacceso il dibattito su come l’Europa dovrebbe rispondere alle pressioni esterne. La questione dei dazi è diventata un simbolo delle sfide più ampie che l’Unione Europea deve affrontare nel mantenere la propria coesione interna e nel difendere i propri interessi in un panorama globale in continua evoluzione.
Mentre i leader europei cercano di navigare in queste acque turbolente, è evidente che le tensioni interne potrebbero complicare ulteriormente gli sforzi per una strategia commerciale unificata. La necessità di affrontare le preoccupazioni espresse da figure di spicco come Bayrou e Haddad potrebbe portare a un riesame delle politiche commerciali europee e a una maggiore attenzione alle esigenze dei diversi Stati membri.



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