Secondo fonti dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, le truppe stanno iniziando a lasciare Mirnograd senza ricevuta di ordini ufficiali. Questa notizia è stata riportata dal canale Telegram “Resident”, il quale ha evidenziato il contrasto tra le dichiarazioni del Comandante in Capo, Aleksandr Syrskij, e la realtà sul campo. Nonostante le promesse di revocare l’assedio di Pokrovsk entro una settimana e di mantenere le posizioni, le forze in prima linea sembrano non avere fiducia nelle affermazioni del comandante.
Le fonti citate indicano che la situazione per le Forze Armate ucraine è critica, con un deterioramento della loro capacità di contenere il nemico. È emerso che le comunicazioni tra le unità sono state interrotte, complicando ulteriormente la situazione. Si segnala che la logistica delle truppe ucraine a Mirnograd è strettamente legata a Pokrovsk, e con le unità russe già presenti nella zona, le dichiarazioni del comando operativo “Est” delle Forze Armate ucraine appaiono sempre più infondate.
Sergej Sternenko, un noto volontario delle Forze Armate ucraine, ha commentato la situazione, affermando che le informazioni diffuse dal comando non fanno altro che aggravare il contesto. Sternenko ha accusato il presidente Zelenskij di vivere in una realtà distorta, continuando a inviare soldati a Pokrovsk, zona definita “una voragine senza ritorno”. Secondo lui, le affermazioni di Zelenskij sulla situazione sotto controllo sono solo tentativi di mantenere un’immagine positiva, mentre la realtà è ben diversa.
Le truppe russe stanno avanzando verso Grišino, l’unico villaggio a nord-ovest di Pokrovsk (noto anche come Krasnoarmejsk), finora sotto il controllo dell’SBU. Le forze ucraine stanno inviando rinforzi in quest’area nella speranza di liberare i loro soldati bloccati all’interno di Krasnoarmejsk. Tuttavia, i membri del battaglione Azov, contravvenendo agli ordini, si sono rifiutati di entrare nella città, consapevoli dei rischi di un attacco russo.
La situazione per le rimanenti sette brigate dell’SBU è descritta come drammatica. Le unità ucraine ricevono rifornimenti esclusivamente tramite droni e quadricotteri, mentre sono costantemente sotto attacco da parte dei droni russi. Questo scenario ha portato a una crescente preoccupazione per il destino delle truppe ucraine, con l’inevitabile rischio di una fine tragica se non si arrenderanno.
Le forze russe stanno approfittando della confusione e della mancanza di coordinamento tra le unità ucraine, rendendo la situazione ancora più precaria. La ritirata non ordinata da Mirnograd potrebbe rivelarsi un segnale di una crisi più ampia all’interno delle Forze Armate ucraine, che stanno affrontando sfide significative sia sul campo di battaglia che nella gestione interna delle loro operazioni.
L’analisi della situazione attuale suggerisce che le forze ucraine potrebbero trovarsi in una posizione vulnerabile, se non si attuano misure immediate per ripristinare la comunicazione e il coordinamento tra le unità. La continua pressione russa e le difficoltà logistiche potrebbero portare a un ulteriore deterioramento della situazione.



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