La tragica vicenda della morte di Roberta Pitzalis, avvenuta a Monserrato in seguito a una sospetta intossicazione da botulino, ha portato a un’indagine che si è estesa oltre i confini della Sardegna. I carabinieri del NAS di Torino, su delega della Procura di Cagliari, hanno effettuato un’ispezione presso la sede centrale dell’associazione “Fiesta Latina”, situata a Vigone. Durante il controllo, è stato scoperto un magazzino contenente alimenti conservati in modo non conforme, per un valore stimato di circa 30mila euro.
Secondo quanto riportato dagli investigatori, i prodotti – tra cui pacchi di riso, conserve di pomodoro, farina, bottiglie di bevande alcoliche e analcoliche, oltre ad acqua, succhi e olio – erano stoccati in condizioni non idonee. La merce si trovava su camion o in locali non adatti e risultava esposta alle elevate temperature estive, un fattore che potrebbe comprometterne la sicurezza alimentare.
L’ispezione, avvenuta lo scorso lunedì 11 settembre, non ha portato al ritrovamento delle confezioni di “avocado pulp” già sequestrate in Sardegna e sospettate di aver causato l’avvelenamento. Tuttavia, il responsabile dell’associazione, un imprenditore di 55 anni di origine argentina e unico indagato nella vicenda, è stato denunciato anche per le irregolarità riscontrate nella conservazione degli alimenti. Al momento, non è stato emesso alcun divieto formale alla continuazione delle attività dell’associazione.
Il legale dell’imprenditore, Maurizio Mereu, ha chiarito che “si tratta di prodotti che non devono essere conservati in frigorifero”. Ha inoltre aggiunto che l’associazione ha deciso volontariamente di sospendere tutte le iniziative in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.
La “Fiesta Latina”, che si presenta come promotrice della cultura e dell’enogastronomia sudamericana, ha espresso vicinanza alle vittime attraverso messaggi diffusi sui social media e ha rassicurato i clienti sulla sicurezza dei suoi eventi futuri. “Non abbiamo ancora tutte le risposte, ma comunicheremo la data di ripresa solo quando avremo l’autorizzazione delle autorità sanitarie,” si legge in una delle dichiarazioni ufficiali.
La tragedia di Monserrato, oltre alla morte di Roberta Pitzalis, ha coinvolto altre sette persone che avevano consumato il guacamole durante lo stesso evento. Quattro di loro sono già state dimesse dagli ospedali, mentre tre restano ricoverate: un bambino di 11 anni, trasferito in gravi condizioni al Policlinico Gemelli di Roma, dove è stato sottoposto a un intervento per migliorare la respirazione; una ragazza di 14 anni e una donna di 62 anni, entrambe ricoverate al Policlinico di Monserrato.
I risultati dell’autopsia effettuata sul corpo di Roberta Pitzalis hanno confermato la presenza di botulino, ma hanno anche evidenziato una polmonite emorragica, probabilmente legata alle procedure di intubazione subite dalla donna. Questi elementi hanno spinto la Procura a disporre ulteriori accertamenti, tra cui il blitz presso la sede della “Fiesta Latina” a Vigone.



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