​​


Donna muore dopo liposuzione a Roma: studio estetico senza autorizzazione, chirurgo denunciato



Il drammatico caso riguarda la scomparsa di Ana Sergia Alcivar Chenche, una cittadina ecuadoriana di 46 anni, vittima di un intervento di liposuzione avvenuto domenica pomeriggio in un centro estetico situato in un appartamento a Roma, quartiere Torrevecchia/Primavalle. Secondo quanto ricostruito dalle autorità, il chirurgo responsabile, José Lizarraga Picciotti, esercitava in una struttura priva di autorizzazione da circa tredici anni, da quando la licenza più recente era scaduta nel 2012  .



L’operazione si è svolta in via Franco Roncati 6. È stato qui che Ana Serrgia ha accusato un improvviso malore durante la procedura. Il successivo arrivo in ospedale, al Policlinico Umberto I, non ha evitato il tragico epilogo: la paziente è stata dichiarata deceduta alcune ore dopo l’intervento, con il decesso ufficialmente accertato intorno alle 20:00 della stessa domenica  .

Studio abusivo e ritardi nei soccorsi

Le indagini della Polizia di Stato, coordinate dalla Procura di Roma, hanno rivelato che l’ambulatorio non era autorizzato da più di un decennio. La scoperta ha sollevato dubbi sull’idoneità del centro e sulle sue condizioni igienico‑sanitarie  .

Secondo le ricostruzioni, al manifestarsi della crisi la paziente non avrebbe ricevuto immediata assistenza d’emergenza. Si sarebbe tentato un primo intervento di rianimazione dal personale presente, senza contattare il 118. Solo dopo alcune ore sarebbe stata chiamata un’ambulanza privata, quindi il trasferimento al Policlinico  . Al momento del ricovero, Ana era già in arresto cardiocircolatorio, intubata e con gravi sintomi di shock e ipotensione  .

Chirurghi e staff indagati per omicidio colposo

La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo nei confronti di José Lizarraga Picciotti, dell’anestesista e dell’infermiera presenti durante l’intervento  . L’ambulatorio è stato sequestrato. Spetterà all’autopsia, affidata al medico legale su incarico del pm Andrea D’Angeli, chiarire le cause del decesso  .

Precedenti del chirurgo e messaggi promozionali sui social

José Lizarraga Picciotti, 65 anni, cittadino peruviano, figura poliedrica nota non solo in campo medico ma anche come aspirante ristoratore, risulta titolare dell’ambulatorio incriminato, esercitando precedentemente anche a Milano . Sul profilo Instagram contava diversi migliaia di follower e presentava prezzi competitivi puntando su slogan come «il miglior prezzo del mercato italiano senza abbassare la qualità/sicurezza in ciascun intervento» o «tutta la chirurgia plastica del Sudamerica a Roma»  .

Tuttavia, il chirurgo era già noto alle autorità: era stato denunciato per lesioni in due casi legati a interventi estetici, uno nel 2006 e l’altro nel 2018  . Anche l’anestesista figura con precedenti, seppure non connessi alla professione medica  .

Scenari inquietanti: chirurgia low-cost sui social

Le indagini valutano se la pratica pubblicitaria sui social abbia promosso una chirurgia estetica low-cost a discapito della sicurezza dei pazienti . Il rischio è che simili forme di comunicazione attrattiva abbiano contribuito alla creazione di un ambiente sanitario poco rigido sotto il profilo normativo.

Un problema più ampio: altri decessi a Roma

La tragedia di Ana Serrgia non è un caso isolato. Negli ultimi mesi, Roma ha già registrato altri episodi mortali in relazione ad interventi estetici in centri non idonei. Tra questi, la rinoplastica subita dalla 22enne Margaret Spada all’Eur a novembre e la grave sepsi che ha colpito Simonetta Kalfus, 62 anni di Ardea, in marzo, dopo un’altra liposuzione in un ambulatorio privato  .

Appello dei medici su norme più rigide

Il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, ha commentato:

“La medicina estetica va messa in sicurezza… si devono definire i percorsi formativi… e avere elenchi da custodire negli Ordini”  . La proposta è di introdurre limiti normativi più stringenti, riservando questi interventi a professionisti con specifiche certificazioni e sotto adeguati controlli.

Prospettive future

Nei prossimi giorni saranno fondamentali alcune mosse chiave:

  • Esame autoptico: stabilirà se il malore sia riconducibile a complicazioni dell’intervento chirurgico o a rilievi preesistenti nella paziente.

  • Indagini tecniche e ispettive: miglioreranno la ricostruzione della logistica del centro, le dotazioni e eventuali errori operativi.

  • Valutazione degli strumenti comunicativi sui social e possibili responsabilità legate a pubblicità ingannevole.

In definitiva, la morte di Ana Serrgia solleva un campanello d’allarme per l’intero ambito della chirurgia estetica: impone di riflettere sull’equilibrio fra accessibilità economica e garanzie sanitarie. Personalità come José Lizarraga Picciotti, con alle spalle precedenti e profonde pratiche promozionali, richiedono ora un attento scrutinio, sia giudiziario che istituzionale, per prevenire futuri drammi.



Add comment