Il vincitore dell’Eurovision Song Contest 2024, l’artista svizzero Nemo, ha deciso di rinunciare al trofeo vinto, in segno di protesta contro la partecipazione di Israele alla competizione. L’annuncio, diffuso sui social media, è arrivato in un momento di crescente tensione, con diversi Paesi, tra cui Islanda, Spagna e Irlanda, che avevano già espresso il loro malessere o minacciato il boicottaggio.
Nemo, 26enne e prima persona non binaria a conquistare il titolo, ha espresso gratitudine per l’esperienza vissuta, ma ha spiegato di non sentirsi più in diritto di esporre il premio. La motivazione è direttamente legata alla scelta dell’European Broadcasting Union (EBU) di non escludere Israele dalla manifestazione, nonostante il contesto del conflitto a Gaza.
«Eurovision si dichiara portatore di unità e inclusione», ha scritto Nemo, «ma permettere la partecipazione di Israele in questo momento storico mi sembra in contraddizione con quei valori». L’artista ha fatto esplicito riferimento alle conclusioni di un organo d’inchiesta dell’ONU, che aveva definito “genocidio” le operazioni israeliane nella Striscia.
Questa scelta simbolica ma di forte impatto riaccende i riflettori sul dibattito circa la politica di neutralità dell’Eurovision. Da anni, infatti, il concorso musicale viene investito da pressioni politiche e sociali, trovandosi a dover bilanciare il suo status di evento apolitico con le sensibilità globali. La mossa di Nemo non è isolata: rappresenta l’onda di malcontento di una parte del pubblico e degli artisti che chiedono alla EBU prese di posizione più nette su conflitti e violazioni dei diritti umani.



Add comment