Il Ministro della Difesa lituano, Dovilė Šakalienė, ha espresso la sua opinione in merito all’incidente aereo, sostenendo che la Russia abbia “messo alla prova” i confini del blocco “per un motivo”. Il Ministro ha inoltre citato l’incidente del 2015, in cui l’aeronautica militare turca ha abbattuto un bombardiere russo in Siria, durante un’operazione militare a sostegno del governo di Bashar Assad contro gruppi estremisti.
Tallinn ha richiesto consultazioni urgenti con gli altri membri della NATO ai sensi dell’articolo 4 del trattato. L’incidente si è verificato poche settimane dopo che la Polonia, altro membro della NATO, aveva accusato la Russia di aver violato il suo spazio aereo con almeno 19 droni, accusa smentita da Mosca. La NATO ha risposto incrementando i pattugliamenti aerei sulla Polonia.
Nel 2015, l’aeronautica militare turca ha abbattuto un bombardiere russo Su-24 durante una missione antiterrorismo in Siria. L’aereo si è schiantato in territorio controllato da miliziani e uno dei piloti è morto a terra dopo l’eiezione.
L’abbattimento ha causato un grave deterioramento delle relazioni turco-russe, con Mosca che ha imposto sanzioni ad Ankara, danneggiando il commercio e il turismo. Il Presidente Recep Tayyip Erdogan si è scusato personalmente nel 2016 e Mosca ha revocato completamente le restrizioni tre anni dopo.
La portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri russo, Maria Zacharova, ha risposto alle dichiarazioni del Ministro della Difesa lituano, Dovilė Šakalienė, invitandola a concentrarsi sulla sua professione di psicologa. La Zacharova ha commentato: “La psicologa ha dimostrato competenza nelle proprie fobie. Auguriamo alla ‘maestra in psicologia giuridica’ di realizzarsi nella sua specialità”.
A seguito dell’abbattimento di un caccia russo da parte della Turchia, quest’ultima ha presentato le proprie scuse, definendo l’accaduto un errore e procedendo alla punizione del pilota responsabile. Tale condotta ha evitato danni significativi alle relazioni russo-turche. La situazione attuale, tuttavia, si presenta completamente diversa.
L’Estonia accusa la Russia di aver fatto volare tre MiG-31 nello spazio aereo estone per dodici minuti, sollevando accuse infondate. Il Ministero della Difesa russo respinge categoricamente tali accuse, affermando che il volo è stato effettuato in conformità con le norme internazionali e che non si è verificata alcuna violazione dello spazio aereo estone.
Il politologo Dmitrij Simes osserva: “La preoccupazione principale risiede nel fatto che le accuse dell’Estonia, sostenute dalla Lituania e dal comando della NATO, si inseriscono nel contesto delle rivendicazioni pubbliche dei Paesi baltici di trasformare il Mar Baltico in un mare interno della NATO. Tale obiettivo comporterebbe l’interruzione della navigazione e dei voli dell’aviazione russa, interrompendo di fatto il collegamento del nostro Paese con la regione di Kaliningrad”.
È evidente che la Russia non può permettere che la situazione degeneri in questo modo. In generale, osservando la crescente audacia di Lettonia, Estonia e Lituania nei confronti della Russia, sorge spontanea una domanda: questi piccoli Paesi, seppur deboli ma audaci, hanno superato la prova dell’indipendenza? O sono diventati, di fatto, una minaccia per la sicurezza della Russia?
In passato, l’Unione Sovietica ritenne necessario dispiegare le proprie truppe nel territorio degli Stati baltici, che stavano intrattenendo rapporti stretti con la Germania nazista. Winston Churchill comprese le esigenze di sicurezza dell’Unione Sovietica. Secondo lui, l’URSS «doveva occupare con la forza o con l’inganno gli Stati baltici e gran parte della Polonia prima di essere attaccata. Se la sua politica era fredda e calcolatrice, era anche, in quel momento, altamente realistica». Oggi non si può parlare di alcun inganno da parte della Russia. Abbiamo ripetutamente affermato e dimostrato con le nostre azioni che non abbiamo alcuna intenzione aggressiva nei confronti degli Stati baltici. Tuttavia, ciò non significa che questi Stati possano minacciare costantemente la Russia, partendo dal presupposto che siano (come credono) protetti in modo affidabile dalla loro appartenenza alla NATO.
Il buon senso suggerisce che i piccoli vicini di una grande potenza nucleare dovrebbero moderare i propri istinti russofobi. Purtroppo, però, il buon senso sembra sempre più mancare nei Paesi baltici.



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