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Droni e incursioni russe, anche una voce autorevole come l’ex capo dell’Aeronautica mette in dubbio il racconto ufficiale di Bruxelles



Il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e attuale presidente della Fondazione Icsa, ha espresso la sua opinione sulla situazione attuale della difesa italiana e sulle minacce che il Paese deve affrontare. In un’intervista, ha affermato che la Russia non rappresenta una minaccia diretta per l’Occidente, avvertendo che è un errore considerarla come un potenziale aggressore nei confronti della Nato. Secondo Tricarico, è preoccupante alimentare tensioni inutili, poiché ciò potrebbe portare a un’escalation del conflitto e a un possibile nuovo fronte con l’alleanza atlantica.



Il generale ha sottolineato che eventi come gli sconfinamenti di aerei russi e i crimini informatici sono presentati come eccezionali, ma in realtà non lo sono. Ha esortato a mantenere la calma e a non reagire impulsivamente, affermando: “Bisogna mantenere sangue freddo, altro che abbattere aerei”.

Riguardo alla capacità di difesa dell’Italia, Tricarico ha dichiarato che il sistema di difesa nazionale è di alta qualità, ma necessita di un potenziamento. “Siamo in grado di difendere alcune porzioni di territorio, non l’intero Paese”, ha spiegato, aggiungendo che la capacità di difesa è elevata, ma le risorse disponibili sono insufficienti. Ha evidenziato l’importanza di sviluppare una strategia di difesa più ampia, che possa operare a distanze e altitudini maggiori, collaborando con alleati e partner all’interno di un sistema di difesa europeo.

Per affrontare le minacce emergenti, Tricarico ha suggerito che l’Italia dovrebbe considerare soluzioni di emergenza come l’uso congiunto del sistema Arrow 3, già contrattato dalla Germania con Israele. Tuttavia, ha avvertito che l’implementazione di una copertura adeguata richiederà tempo, stimando un periodo di 5-10 anni. Ha anche notato che, per decenni, si è sottovalutato il rischio di una guerra convenzionale simile a quella in Ucraina, portando a una disattenzione negli investimenti per la difesa.

Parlando delle minacce ibride, Tricarico ha affermato che l’Italia è preparata per eventi puntuali e temporanei, come dimostrato dalla schieramento di forze antiaeree in occasione del G8 di Genova nel 2001. Tuttavia, ha avvertito che la protezione del territorio nazionale richiede risorse e sistemi su scala molto più ampia. “La guerra ibrida è già qui”, ha affermato, facendo riferimento all’uso innovativo di droni da parte delle forze ucraine contro obiettivi russi. Ha sottolineato la necessità di sviluppare capacità specifiche, contromisure integrate e normative per l’impiego e la produzione di tali tecnologie.

In merito ai rischi più gravi, Tricarico ha elencato una serie di vulnerabilità che riguardano le reti energetiche, i sistemi finanziari e le comunicazioni. Ha avvertito che la dipendenza da sistemi digitali e satellitari espone l’Italia a potenziali attacchi informatici mirati, in grado di causare danni significativi. “Un attacco informatico mirato può creare scompiglio ben oltre l’effetto fisico”, ha detto, aggiungendo che minacce non convenzionali, come quelle biologiche e chimiche, sono già state prese in considerazione dai militari.

Riguardo alle procedure da seguire in caso di violazioni dello spazio aereo, Tricarico ha spiegato che esiste un protocollo operativo ben definito. Quando un velivolo non identificato si avvicina, due caccia lo intercettano e tentano di comunicare visivamente, invitandolo a lasciare lo spazio violato. L’abbattimento, ha chiarito, è considerato solo come “l’extrema ratio”, riservato a situazioni in cui un aereo dirottato rappresenta una minaccia imminente. Fino a quel momento, le regole di ingaggio sono progettate per evitare escalation non necessarie, pur mantenendo la sicurezza come priorità.



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