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Due agguati in 24 ore tra Cardito e Afragola, indagini sui legami con la camorra. Le vittime, Antonio Vitale e Pasquale Buono, potrebbero essere collegate al clan Moccia



Nel giro di poco più di 24 ore, due omicidi hanno scosso l’area a nord di Napoli, in particolare i comuni di Cardito e Afragola. Le vittime, Antonio Vitale e Pasquale Buono, sono state uccise in circostanze che fanno pensare a regolamenti di conti interni alla camorra. Gli investigatori stanno cercando di capire se i due episodi siano collegati, ipotizzando un possibile cambiamento nei delicati equilibri criminali della zona.



Nel primo caso, avvenuto martedì mattina a Cardito, Antonio Vitale, 56 anni, è stato colpito a morte da un gruppo di sicari mentre si trovava in auto con la moglie e il figlio. L’agguato è avvenuto in via Tiziano, una strada centrale del comune. Nonostante il tempestivo trasporto al pronto soccorso del San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, l’uomo è deceduto poco dopo. Vitale, già noto alle forze dell’ordine, era stato in passato associato al gruppo Orefice, una diramazione del clan Pezzella legato ai Moccia, organizzazione criminale egemone nell’area.

Il secondo omicidio si è consumato il giorno successivo ad Afragola, nel pomeriggio. Pasquale Buono, 45 anni, incensurato, è stato ucciso all’interno di un negozio di biancheria situato sul corso Italia, vicino alle Palazzine Gescal. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo si trovava insieme al padre quando i sicari, giunti in moto, hanno fatto irruzione nel locale. Nonostante abbia tentato di nascondersi dietro il bancone, è stato raggiunto da quattro colpi di pistola sparati alle spalle. I soccorsi, giunti rapidamente sul posto, non sono riusciti a salvargli la vita.

Gli inquirenti stanno lavorando per chiarire il movente dell’omicidio di Buono, che non risulta avere legami diretti con clan camorristici. Tuttavia, le indagini si concentrano sulle sue frequentazioni e sulla possibilità che possa essere stato coinvolto indirettamente in dinamiche criminali. La modalità dell’agguato – eseguito in pieno giorno e in un luogo pubblico – richiama infatti le tipiche azioni della camorra.

Entrambi i delitti sono al centro di un’indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, con il supporto dei commissariati locali di Frattamaggiore e Afragola. Gli investigatori stanno cercando di stabilire se esista un collegamento tra i due episodi, considerando che entrambe le vittime potrebbero essere state vicine, seppur in modi diversi, a gruppi affiliati al clan Moccia.

Secondo fonti investigative, gli omicidi potrebbero essere il segnale di una crisi interna alla criminalità organizzata dell’area nord di Napoli. Negli ultimi anni, infatti, numerosi arresti hanno colpito duramente il clan Pezzella, una delle articolazioni principali dei Moccia. Questo avrebbe creato un vuoto di potere che potrebbe aver innescato scontri tra fazioni rivali o il tentativo di emergere di nuovi gruppi criminali.

In particolare, l’omicidio di Antonio Vitale sembra inserirsi in questa cornice. L’uomo era considerato un personaggio di rilievo nel panorama camorristico locale e la sua uccisione potrebbe rappresentare un messaggio diretto o una mossa strategica per ridisegnare gli assetti del territorio. D’altra parte, l’assassinio di Pasquale Buono appare meno immediatamente riconducibile a dinamiche interne alla camorra, ma gli investigatori non escludono che possa trattarsi di una vendetta trasversale o di un atto intimidatorio.



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