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Due bambini di 6 e 9 anni, cresciuti in isolamento in un casolare sulle colline di Lauriano, sono stati trovati in condizioni precarie e affidati a comunità protette.



Un uomo di 54 anni, originario dei Paesi Bassi, ha difeso la sua scelta di crescere i figli in isolamento in un casolare isolato sulle colline di Lauriano, nel Torinese. I due bambini, rispettivamente di 6 e 9 anni, sono stati scoperti dalle autorità in condizioni igieniche critiche, con difficoltà a comunicare e ancora con il pannolino. L’intervento è avvenuto a seguito dello sgombero del casolare a causa dell’alluvione che ha colpito la zona ad aprile.



Secondo quanto riportato, i piccoli, un maschio e una femmina, erano completamente sconosciuti alle autorità italiane. Pur essendo nati e registrati in Germania, non risultavano mai essere stati iscritti a scuola né sottoposti a controlli medici. “Hanno molti giocattoli, ognuno il proprio computer portatile, offriamo loro tutto ciò di cui hanno bisogno”, ha dichiarato il padre, spiegando che i figli seguivano un percorso di istruzione parentale.

La vicenda ha suscitato particolare attenzione per l’estremo isolamento in cui viveva la famiglia. La sindaca di Lauriano ha confermato che l’uomo, scultore residente nel comune da almeno tre anni, era una persona molto riservata: “Posso solo dire che è una persona molto riservata, che non parla italiano e che non si è mai vista in paese. Io stessa l’avevo incontrata una sola volta”.

Il padre ha giustificato la decisione di vivere lontano dalla società come misura per proteggere i figli dalle malattie, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19. Con lui viveva anche la madre dei bambini, una donna olandese di 38 anni senza fissa dimora. “Io e mia moglie offriamo loro tutto ciò di cui hanno bisogno. Hanno molti strumenti musicali e la propria attrezzatura da sci. Vanno a cavallo sui pony al maneggio e trascorrono molto tempo all’aperto nei ristoranti e nei musei”, ha dichiarato l’uomo al Corriere della Sera.

Nonostante le affermazioni del genitore, il tribunale dei Minori ha stabilito che i bambini non possono essere affidati ai genitori. Nel provvedimento si legge che i minori sono “privi di idonea assistenza da parte dei genitori o parenti tenuti a provvedervi”. I fratellini sono stati quindi collocati in comunità protette, ma separati tra loro a causa di comportamenti considerati aggressivi.

Secondo il tribunale, i bambini erano in una situazione di grave deprivazione educativa e sociale. Nonostante il padre abbia dichiarato che i figli seguivano un percorso educativo domestico, le autorità hanno rilevato che i piccoli riuscivano appena a parlare. La decisione del tribunale mira a garantire un ambiente più adatto alle loro necessità di crescita e sviluppo.



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