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È morto Giuseppe Adolfo De Cecco, re della pasta: stabilimenti chiusi per lutto



Si è spento a Pescara a 75 anni Giuseppe Adolfo De Cecco, presidente del Molino e Pastificio De Cecco. L’azienda sospende la produzione per due giorni di lutto.



Lutto nel mondo dell’imprenditoria italiana per la scomparsa di Giuseppe Adolfo De Cecco, morto a Pescara all’età di 75 anni. Figura di spicco nel settore alimentare, era amministratore e presidente del Molino e Pastificio De Cecco, storico marchio abruzzese che rappresenta una delle eccellenze italiane nella produzione di pasta. Per onorarne la memoria, il gruppo ha deciso di fermare ogni attività produttiva per due giorni.

Conosciuto da tutti come “don Peppe”, De Cecco era stato anche presidente della squadra di calcio del Pescara, legando il suo nome non solo all’impresa di famiglia, ma anche allo sport e alla comunità locale.

Giuseppe Adolfo De Cecco era fratello di Filippo Antonio De Cecco, attuale amministratore delegato del gruppo. Nel 2020, proprio “don Peppe” aveva ceduto a lui una partecipazione dell’8,59%, che lo aveva reso il principale azionista individuale. La sua scomparsa ha colpito profondamente tutto l’ambiente aziendale, che ha espresso il proprio cordoglio con un comunicato:

«Per onorarne la memoria e il contributo straordinario che ha dato all’impresa e al territorio, il Gruppo ha deciso di sospendere tutte le attività a partire da oggi e per l’intera giornata di domani. Alla famiglia De Cecco vanno le più sentite condoglianze da parte di tutti i dipendenti e collaboratori, uniti nel ricordo di un uomo che ha dedicato la sua vita al lavoro, alla sua comunità e ai valori che contraddistinguono la nostra azienda».

La guida del gruppo resta affidata a Filippo Antonio De Cecco, confermato lo scorso anno dal Consiglio di Amministrazione nel ruolo di amministratore delegato.

Oltre al suo ruolo nell’impresa di famiglia, don Peppe ha avuto un ruolo cruciale anche nella storia del calcio abruzzese. Nel 2008 fu tra i protagonisti della cordata che salvò il Pescara Calcio dal fallimento, dando vita alla società che porta ancora oggi il nome Delfino Pescara 1936.

Durante la sua presidenza, nel 2011, decise di affidare la guida tecnica a Zdeněk Zeman, scelta che segnò una delle stagioni più memorabili per i tifosi biancazzurri. In quella squadra militavano giovani destinati a diventare protagonisti del calcio italiano e internazionale: Lorenzo Insigne, Marco Verratti e Ciro Immobile. La formazione conquistò la promozione in Serie A, riportando entusiasmo e visibilità al club. Tuttavia, già nel novembre dello stesso anno, De Cecco lasciò la presidenza per contrasti interni con gli altri soci.

In un messaggio ufficiale, la società abruzzese ha ricordato l’ex presidente con parole di affetto:

«Con profondo dolore apprendiamo della scomparsa dell’ex presidente del Pescara, Giuseppe Adolfo De Cecco, per tutti don Beppe. Figura di grande importanza nella storia del Delfino, grazie alla sua iniziativa il Pescara Calcio seppe rialzarsi in uno dei momenti più bui della propria storia. La tifoseria biancazzurra lo ricorderà sempre con affetto e gratitudine. La Delfino Pescara 1936 e il presidente Daniele Sebastiani porgono le più sincere condoglianze alla famiglia De Cecco in questo momento di grande dolore. Ciao don Beppe».

Il nome di Giuseppe Adolfo De Cecco resterà indissolubilmente legato alla crescita di uno dei marchi simbolo del Made in Italy. Il gruppo De Cecco ha chiuso il bilancio del 2024 con un fatturato di 652 milioni di euro e un utile netto di 15 milioni, segnando un incremento record nella produzione con 200mila quintali in più in soli 16 mesi.

Questa crescita ha richiesto ingenti investimenti, tra cui 20 milioni di euro destinati a nuove linee produttive, che entreranno in funzione nel 2026. Oggi la pasta De Cecco è distribuita in tutto il mondo: 77mila quintali sono destinati al mercato italiano, 54mila ai Paesi europei, 21mila ai mercati emergenti e 14mila agli Stati Uniti.

Il percorso dell’azienda riflette l’impegno e la visione di don Peppe, che ha contribuito a consolidare la presenza internazionale del marchio senza mai dimenticare le radici abruzzesi.

La sua morte lascia un grande vuoto non solo nella sua famiglia e nell’azienda, ma anche nella comunità pescarese e tra i tifosi biancazzurri, che lo ricorderanno come un uomo profondamente legato al suo territorio, capace di unire lavoro, sport e passione in un’unica, lunga storia.



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